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ATTUALIZZAZIONI

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GESU’ RICOLMO DELLO SPIRITO SANTO


Gesù, quale Figlio di Dio incarnato e vivente nella storicità umana, è determinato essenzialmente come soggetto che accoglie in pienezza lo Spirito Santo, che definisce il suo atteggiamento filiale verso il Padre. Infatti Gesù il Figlio di Dio fatto uomo riceve tutto dal Padre ed è totalmente riferito al Padre sia nelle parole che annuncia sia nei segni che compie. In tutto l’arco della sua esistenza terrena, egli si apre al dono dello Spirito Paterno, affiché la sua umanità non venga meno nel rapporto di amore filiale che lo unisce al Padre e possa autenticamente e potentemente manifestare l’amore del Padre che in lui si riversa e si effonde in abbondanza.

1. Il concepimento per lo Spirito Santo
Ciò appare chiaramente fin dal concepimento verginale nel seno di Maria. Luca attribuisce questo evento propriamente allo Spirito Santo: “lo Spirito Santo verrà su di te e la potenza dell’Altissimo ti coprirà della sua ombra” (Lc 1,35). Lo stesso concetto è ribadito con forza da Matteo: “quello che è generato in lei viene dallo Spirito Santo” (Mt 1,20). Anche la professione di fede della Chiesa ripete fedelmente la stessa verità: “il quale si è incarnato per opera dello Spirito Santo”.
Maria deve accogliere, nella sua carne verginale, il Figlio eterno di Dio, in modo che la natura umana sia totalmente plasmata dallo Spirito filiale, per essere unita sostanzialmente alla persona del Verbo di Dio, così da condividere con lui il rapporto che la unisce al Padre. Ora plasmare la natura umana e unirla al Figlio di Dio spetta unicamente allo Spirito Santo quale dono di amore del Padre e del Figlio. Per questo egli adombra con la sua potenza la Vergine Maria e la rende madre del Verbo incarnato. In tal modo la carne immacolata di Maria diventa degna di essere unita senza essere confusa con la persona del Figlio di Dio.
Il mistero della incarnazione dunque può essere contemplato come il capolavoro dello Spirito Santo in quanto ha unito in maniera mirabile la nostra carne umana alla natura divina di Cristo senza confusione né mutazione dell’una con l’altra, ma neanche senza separazione e nella perfetta distinzione tra l’una e l’altra. Da quel momento Gesù è stato ricolmato della grazia dello Spirito Santo che lo ha totalmente santificato e plasmato per essere il Dio fatto uomo.

2. L’unzione dello Spirito Santo
Lo Spirito Santo agisce anche nel battesimo al Giordano, dove si attua la prima solenne manifestazione del Figlio di Dio nell’uomo Gesù e della sua missione salvifica. Nel momento in cui Egli viene dichiarato dalla voce celeste Figlio prediletto e servo di Dio, si aprono i cieli e scende su di Lui lo Spirito (Mc 1,10 – 11). Si tratta della investitura messianica di Cristo e della rivelazione della sua figliolanza divina, segnate dall’effusione dello Spirito Santo.
Ciò significa che per mezzo dello Spirito Gesù viene riconosciuto e accolto per quello che veramente è e per l’opera che deve compiere. Questa è la funzione propria dello Spirito, come viene confermato dalla testimonianza di Giovanni Battista: “ho visto lo Spirito scendere come una colomba dal cielo e posarsi su di Lui, io non lo conoscevo, ma chi mi ha inviato a battezzare con acqua mi aveva detto: l’uomo sul quale vedrai scendere e rimanere lo Spirito è colui che battezza in Spirito Santo. E io ho visto e ho reso testimonianza che questi è il figlio di Dio. (Gv 1,32 – 34).
La presenza dello Spirio in Cristo è descritta come una unzione o una consacrazione, secondo il testo di Is 61,1 – 2, che Gesù leggerà e farà proprio nella Sinagoga di Nazareth (Lc 4,16 – 22). Ciò fa luce sul significato di tale presenza dello Spirito Santo in Cristo. L’unzione infatti indica una investitura che avvolge la persona, la quale viene consacrata a un ufficio particolare. In forza dell’unzione la persona è ricolmata di una potenza superiore, che la trasforma e la rende totalmente coinvolta in ciò che deve fare. In certo qualmodo essa non si appartiene più, ma è tutta protesa alla missione per cui è stata consacrata. Ciò è avvenuto precisamente per Gesù al momento del Battesimo nel Giordano.

3. La missione nello Spirito Santo
Lo Spirito Santo rimane su Gesù per guidarlo nella missione che deve svolgere. Subito dopo il battesimo lo Spirito sospinge e conduce Gesù nel deserto dove viene tentato da Satana, ma Satana è sconfitto con la potenza del medesimo spirito (Mc 1,12 – 13), così come nella stessa potenza Cristo caccerà i demoni e libererà gli ossessi (Mt 12,28). Lo Spirito ispirerà ogni atto del Salvatore, gli sarà sempre accanto o “sopra di Lui”, per animare la sua opera di liberazione dell’umanità (Lc 4,18 – 21).
Ora lo Spirito Santo, nella cui potenza Cristo è stato consacrato e avvolto, indica la dimensione profonda che determina l’essere e l’agire di Gesù. Egli vive e opera come Figlio, nella piena disponibilità al Padre e in totale comunione con lui. La consacrazione avvenuta nello Spirito consiste nel rendere l’umanità di Cristo pienamente conforme all’atteggiamento filiale, in modo che sia in tutto e per tutto unita alla persona del Figlio, viva dei medesimi sentimenti, dello stesso volere e abbandono del Figlio verso il Padre, condivida la medesima comunione che unisce l’uno all’altro in un abbraccio continuo e intenso d’amore reciproco e assoluto.
Nello Spirito Santo Cristo è consacrato, come uomo, al servizio del Padre; è investito dal suo potere divino. L’intimità tra il Figlio e il Padre è così grande, così profondamente iscritta nella natura umana di Gesù, che costituisce la sua funzione messianica, il suo essere il Cristo o Messia, cioè l’unto del Signore. Sotto la mozione dello Spirito Gesù resterà avvinto al Padre fino alla consumazione della sua missione sulla croce. Quell’atto di amore e di redenzione per l’umanità egli lo compie per la potenza dello Spirito che alberga in lui e lo sostiene fino all’ultimo respiro, quando esclama: “Abbah, Padre nelle tue mani affido il mio Spirito” (Lc 23,46).

 

DON RENZO LAVATORI

 

 

 

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