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GESU' CROCIFISSO: fanciullo innocente o coraggioso martire?
Giancarlo
- 15 apr, 2010
Ill.mo Don Renzo, avrei una domanda che spero possa interessare anche altri lettori. Leggendo la Bibbia nella versione in lingua inglese, noto una piccola differenza che ha suscitato in me la seguente riflessione. Difatti, nei Vangeli, in occasione della crocifissione e morte di Gesu', nella traduzione in lingua italiana si parla di Gesu' che grida con voce forte: "Eloi', Eloi', lem� sabactani?", (Marco 15,3); mentre nella Bibbia in lingua inglese la traduzione e' "cry out" che significa sempre gridare; pero' la parola "cry" evoca anche l'immagine di una persona che singhiozza in lacrime.
Penso che all'atto della crocifissione, i due ladroni al fianco di Gesu', possano avere gridato, lanciato invettive e bestemmiato per il dolore come uomini rudi e spavaldi. Invece, l'idea di Gesu' che nel momento dell'agonia e della sofferenza terrificante della morte per croce piange evocando l'immagine di un fanciullo in cerca del suo papa', me lo fa' sentire nel mio cuore esattamente come un angelo immolato, e non come ad una sorta di vigoroso martire in guerra contro il male per salvare l'umanita'.
Inoltre, nella societa' economicamente sviluppata di oggi, il fatto stesso di essere un uomo dall'abbigliamento trascurato, con la barba lunga, i capelli arruffati, senza una posizione sociale, magari politicamente schierato, rappresenta gia' una colpa; certo, non tale da meritare la crocifissione, ma un motivo sufficientemente valido per essere guardati con sospetto, evitati, emarginati e fare esclamare alla gente: "Un tipo cosi' e' certamente un balordo!".
Il fanciullo e' invece una creatura pura, innocente, priva di ideologie politiche e senza nessuna colpa.
Cosa c'e' di piu' terrificante, immorale ed emotivamente sconvolgente per chiunque, se non assistere alle torture ed alla crocifissione di un fanciullo puro, innocente e indifeso che, in balia di gente crudele e spietata, in lacrime nell'agonia della morte, cerca il suo papa'?
Puo' dunque essere corretto pensare cosi'? Gesu', salvatore dell'umanita', che sale in croce NON con la potenza e la forza del guerriero che sfida le forze del male, ma con l'innocenza, la purezza e tutta la fragilita' di un fanciullo.
E tuttavia, ammesso che questa considerazione sia accettabile, sorge in me un dubbio che forse e' piu' una provocazione: se tutto lo scibile umano e la potenza che ad esso e' associato producono soltanto effimere vittorie, come puo' l'innocenza e la fragilita' di un fanciullo sconfiggere la morte e donare la vita eterna?
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- Re: GESU’ CROCIFISSO: fanciullo innocente o coraggioso martire?
Don Renzo - 5 mag, 2010
E' molto interessante quanto hai scritto, e mi sembra che la tua riflessione sia vera e corrispondente alla rivelazione cristiana. In effetti nel grido di Gesù sulla croce si manifesta il suo abbandono filiale e fiducioso al Padre Celeste piuttosto che il grido angoscioso e delirante dell'uomo potente ma sconfitto. Pertanto mi rallegro della tua interpretazione. Quelle parole di Gesù: "Dio mio, Dio mio, perchè mi hai abbandonato?", riprendono il salmo 22 in cui il salmista eleva a Dio la sua supplica per i suoi grandi dolori, ma con l'atteggiamento di fiducia nel Signore onnipotente che trasformerà la sofferenza nella gloria e nel trionfo del Messia. Gesù lo proclama per testimoniare che quei momenti di atroce angoscia rientrano nel proggetto sapiente di Dio suo Padre, a cui egli si abbandona nel suo amore filiale. - GESU’ CROCIFISSO: fanciullo innocente o coraggioso martire?
Don Renzo - 12 mag, 2010
Riprendendo la riflessione sull'atteggiamento di Gesù sulla croce, occorre precisare che l'abbandono filiale di Gesù non contraddice la sua forza sacrificale fino al dono di se, ma i due atteggiamenti si completano a vicenda. Da una parte Gesù è assimilato all'agnello innocente che viene condotto al macello nella sua mitezza e nel suo silenzio, come profetizza Isaia, dall'altra parte Gesù è anche l'uomo coraggioso e forte che affronta le sofferenze sia fisiche sia morali con grande eroismo. Per cui Gesù è riconosciuto come il modello di ogni martire, poichè è colui che per primo ha donato totalmente la propria vita in sacrificio espiatorio sulla croce. Ha compiuto tutto per amore del Padre e per amore per gli uomini, dimostrando una forte carica di immolazione. In ragione di questi due aspetti, Egli comprende in se sia l'innocente indifeso sia il martire consapevole e deciso. Abbracciando questi due elementi, la sua opera redentrice raggiunge la pienezza del sacrificio, dell'innocenza e dell'amore incondizionato per salvare tutti gli uomini di tutti i tempi e di tutti i luoghi.
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