C O M M E N T I
Riflessione sui Messaggi di Medjugorje di Don Renzo Lavatori
Messaggi...
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Messaggio a Mirjana del 2 dicembre 2018
“Cari figli, quando venite a me come Madre con cuore puro e aperto, sappiate che vi ascolto, vi incoraggio, vi consolo e soprattutto intercedo per voi presso mio Figlio. So che volete avere una fede forte ed esprimerla nel modo giusto. Quello che mio Figlio vi chiede è una fede sincera, forte e profonda. Allora ogni modo in cui la esprimete è valido. La fede è un meraviglioso mistero che si custodisce nel cuore. Essa sta tra il Padre Celeste e tutti i suoi figli. La si riconosce dai frutti e dall’amore che si ha verso tutte le creature di Dio. Apostoli del mio amore, figli miei, abbiate fiducia in mio Figlio! Aiutate a far sì che tutti i miei figli conoscano il suo amore. Voi siete la mia speranza, voi che cercate di amare sinceramente mio Figlio. In nome dell’amore, per la vostra salvezza, secondo la volontà del Padre Celeste e per mezzo di mio Figlio, sono qui in mezzo a voi. Apostoli del mio amore, con la preghiera ed il sacrificio i vostri cuori siano illuminati dall’amore e dalla luce di mio Figlio. Quella luce e quell’amore illumini tutti coloro che incontrate e li riporti a mio Figlio! Io sono con voi. In modo particolare sono con i vostri pastori: col mio amore materno li illumino e li incoraggio, affinché, con le mani benedette da mio Figlio, benedicano il mondo intero. Vi ringrazio!”
Commento teologico di Don Renzo Lavatori*
Il messaggio, ben articolato, comprende un saluto iniziale incoraggiante da parte della Madonna; poi un primo aspetto che sottolinea il senso vero e profondo della fede; cui fa seguito un secondo aspetto che riguarda la missione specifica degli apostoli del suo amore con la preghiera e il sacrificio intessuti di amore; vi è alla fine un saluto e un interessamento materno per i pastori.
1. Saluto iniziale di incoraggiamento. La Vergine indica, ancora una volta con costante sollecitudine, il suo grande amore materno, che ci accoglie ogni volta che accorriamo a Lei con sinceri sentimenti di devozione filiale e disponibilità d’animo: “Cari figli, quando venite a me come Madre con cuore puro e aperto, sappiate che vi ascolto, vi incoraggio, vi consolo e soprattutto intercedo per voi presso mio Figlio”. Ella specifica ed enumera le azioni di soccorso nei nostri confronti: anzitutto si pone in atteggiamento di “ascolto”, cioè di attenzione a quanto noi le diciamo, le rivolgiamo le nostre confidenze e facciamo i nostri sfoghi interiori. E questo mi sembra un fatto di grande valore, perché oggi ci lamentiamo che nessuno ha tempo per ascoltarci, tutti vanno di fretta, alle volte anche i sacerdoti e i confessori. Poi accenna che Ella ci “incoraggia”, conoscendo le nostre debolezze e i nostri limiti psicologici, come capita quando perdiamo la pazienza oppure la speranza oppure lo slancio di camminare nella via del bene e del vero. All’incoraggiamento si accompagna “la consolazione”, nel senso che Ella ci dona sostegno e conforto, condividendo le nostre sofferenze e angosce, alle volte pesanti e opprimenti sia con la sua vicinanza spirituale sia con le sue luci e con la stessa guarigione, soprattutto con il sollievo fisico e psichico. Di questi suoi interventi tutti abbiamo estremo bisogno e ne dovremmo percepire i favorevoli vantaggi. Ella ci assicura che è sempre pronta a porgerci la mano forte e soave, a rivolgere la sua “intercessione presso il Figlio”, cioè le sue preghiere al Signore per ottenere a noi gli aiuti della divina grazia nelle situazioni più complesse e difficili.
Questo saluto veramente ci apre un luminoso e salutare squarcio del suo Cuore Immacolato, di cui non dobbiamo mai dimenticarci, ma renderci conto che Ella è lì, in attesa di incontrarci. Purtroppo, spesse volte noi ricorriamo ad altri appoggi umani, che non sono sufficienti a risanare le ferite dei nostri turbamenti. Lo dice con forza: “sappiate”, cioè siate certi che io vi aspetto sempre a braccia aperte e soprattutto con tanto amore.
2. Il senso vero e profondo della fede. Dopo il saluto iniziale, la Vergine si addentra in una riflessione di altissimo valore circa la fede forte e costante: “So che volete avere una fede forte ed esprimerla nel modo giusto. Quello che mio Figlio vi chiede è una fede sincera, forte e profonda. Allora ogni modo in cui la esprimete è valido”. Qui si tratta di capire cosa intenda Maria con le tre qualità della fede: sincera, forte e profonda. Anzitutto la fede ci richiama ad un affidamento totale e incondizionato, che deve possedere la prima caratteristica di “sincerità”, in quanto sgorga dall’interiorità del nostro essere e ci avvolge in tutte le situazioni, belle e brutte. Non basta aver fede in alcuni momenti o circostanze particolari, ma essa coinvolge tutta la nostra vita dal mattino alla sera e dalla sera al mattino, con il continuo riferimento a Lui, il nostro Dio e Salvatore. Alla sincerità segue la “forza”: una fede è forte, quando resta salda e stabile ovunque e sempre, come una casa costruita sulla roccia che non crolla davanti ai venti impetuosi o alle bufere sconvolgenti, perché è saldamente piantata in Cristo. Ciò significa che la fede stabile abbraccia con slancio e amore la croce di ogni giorno come anche le consolazioni, i rapporti sociali, le situazioni familiari, i dubbi spirituali, le sconfitte e le vittorie. Insieme non si lascia travolgere dalle cattive insinuazioni, dagli influssi della mondanità e dagli errori o apostasie sulla dottrina della Chiesa. In terzo luogo, la fede deve possedere la “profondità”, nel senso che non può rimanere in superficie su quanto pensa, ragiona e agisce. Non può svolazzare a destra e a sinistra come una farfalla volante da un fiore all’altro, cercando la vanità e l’autosoddisfazione. Piuttosto cerca di maturare nella crescita della fede e del comportamento morale, in maniera di non seguire tanto la moda passeggera ma la dottrina seria e sicura della Parola di Dio e della Chiesa. Da qui la necessità di approfondire le verità rivelate che danno consistenza e robustezza alle proprie convinzioni interiori, senza lasciarsi abbindolare da false suggestioni e ammaestramenti. Tutta la verità di Gesù deve radicarsi in noi e renderci intrepidi e coraggiosi in ogni circostanza. Solo se si possiede una tale fede, sincera, forte e profonda, è possibile e fruttuoso testimoniarla agli altri e infonderla in loro perché porti ai nostri familiari, amici e conoscenti la quiete dell’animo e la gioia di vivere.
Maria soggiunge, per chiarire ulteriormente che la fede è un tesoro da conservare e far maturare e fruttificare dentro di noi: “La fede è un meraviglioso tesoro che si custodisce nel cuore. Essa sta tra il Padre Celeste e tutti i suoi figli. La si riconosce dai frutti e dall’amore verso tutte le creature di Dio”. La fede costituisce il legame spirituale e reale tra noi e il Padre Celeste, come un essere e vivere da figli docili e generosi, abbandonati al suo amore infinito, protetti e sorretti dalle sue braccia potenti e benevole. Lasciamoci condurre e sostenere da Lui con immensa fiducia e confidenza che il Padre non può assolutamente trascurare i suoi figli diletti né tanto meno dimenticarsi di loro. Avvinti a Lui e sospinti dal suo Santo Spirito, possiamo portare frutti abbondanti di amore e di pace verso le sue creature umane che hanno bisogno del suo aiuto divino.
Infine, la Vergine si rivolge a noi, chiamandoci “apostoli e figli suoi”: “Apostoli del mio amore, figli miei, abbiate fiducia in mio Figlio! Aiutate a far sì che tutti i miei figli conoscano il suo amore”. Ella ci consegna un impegno meraviglioso e insieme faticoso, quello di essere condotti e condurre altri figli al Figlio suo Gesù, affinché sia conosciuto, amato, pregato, onorato, obbedito. Stupendo programma di ogni sincero e autentico cristiano, che è tale in forza propriamente di porsi alla sequela di Cristo Signore!
3. La preghiera e il sacrificio, imbevuti di amore. La Madre nostra ci chiama e convoca a sé come suoi apostoli dichiarando che siamo la sua speranza: “Voi siete la mia speranza, voi che cercate di amare sinceramente mio Figlio. In nome dell’amore, per la vostra salvezza, secondo la volontà del Padre Celeste e per mezzo di mio Figlio, sono qui in mezzo a voi”. Sono parole lusinghiere, ma oltremodo impegnative per noi, nel senso che possiamo essere la sua speranza, cioè Ella può contare su di noi, soltanto se siamo pieni di amore sincero per suo Figlio, che costituisce il tesoro, la perla preziosa, che Ella ci ha offerto con la nascita del Bambino a Betlemme e che tuttora ci invita ad accoglierlo e ad essere ricolmi del suo amore. Così noi diventiamo i suoi apostoli perché, come Lei, portiamo suo Figlio dentro di noi e nel mondo, affinché l’umanità possa accogliere il medesimo amore salvifico e diventare figli di Dio nella potenza dello Spirito Santo. In tal modo il circolo dell’amore si compie per mezzo di Maria: dal Padre l’amore è stato riversato nel Figlio incarnato e da questi a noi esseri umani attraverso lo Spirito Santo e da noi, resi figli, risale a Dio Padre per mezzo del Figlio redentore con la effusione dello Spirito Santo. Dal cielo alla terra e dalla terra al cielo tutto l’universo si colma dell’unico amore e dell’unica verità di salvezza e di beatitudine: “Apostoli del mio amore, con la preghiera e il sacrificio i vostri cuori siano illuminati dall’amore e dalla luce di mio Figlio. Quella luce e quell’amore illumini tutti coloro che incontrate e li riporti a mio Figlio”.
4. Il saluto finale per i pastori. La presenza di Maria assume un valore speciale per i pastori della Chiesa: “Io sono con voi. In modo particolare sono con i vostri pastori; col mio amore materno li illumino e li incoraggio, affinché, con le mani benedette da mio Figlio, benedicano il mondo intero”. Sante parole che ci infondono speranza e conforto. In effetti i sacerdoti e i vescovi hanno bisogno del suo appoggio materno, per essere guide illuminate e generose verso il popolo santo di Dio! E noi aggiungiamo la nostra preghiera, il nostro amore e disponibilità nei loro confronti, accogliendo in cambio la loro efficace benedizione nel nome e nella potenza di Cristo, sommo ed eterno Sacerdote.
O Vergine Maria, con le tue parole riempi il nostro animo di luce, calore e tanta speranza. Ne siamo bisognosi per i tempi difficili che viviamo. L’importante che le accogliamo e conserviamo nel nostro cuore per viverle ogni momento. Madre cara, ti ringraziamo per la tua sollecitudine materna e ci affidiamo tra le tue braccia e soprattutto ci rifugiamo nel tuo Cuore Immacolato, dove troviamo protezione, ristoro, guarigione e l’abbondanza del tuo amore. Vogliamo essere totalmente con il cuore aperto per lasciarci invadere da tale dolcissimo amore ed essere testimoni in mezzo ad una umanità lacerata e confusa, afflitta e dolente. Proprio questo tuo amore diventa la fiamma che porta luce e calore, diradando le tenebre e gli errori. A te, o Madre pia, tutta la nostra gratitudine e fiducia filiale. Amen
Messaggio a Marija del 25 novembre 2018
“Cari figli! Questo tempo è tempo di grazia e di preghiera, tempo di attesa e di donazione. Dio si dona a voi perché lo amiate al di sopra di ogni cosa. Perciò, figlioli, aprite i vostri cuori e le vostre famiglie affinché quest'attesa diventi preghiera ed amore e soprattutto donazione. Io sono con voi, figlioli e vi esorto a non rinunciare al bene perché i frutti si vedono, si sentono, arrivano lontano. Perciò il nemico è arrabbiato e usa tutto per allontanarvi dalla preghiera. Grazie per aver risposto alla mia chiamata.”
Commento teologico di Don Renzo Lavatori*
Questo messaggio esprime il suo più profondo significato con quattro parole iniziali, tra loro collegate: grazia – preghiera – attesa – donazione:
“Cari figli! Questo tempo è tempo di grazia e di preghiera, tempo di attesa e di donazione. Dio si dona a voi perché lo amiate al di sopra di ogni cosa”.
Si tratta di “grazia”, cioè di effusione di amore, di luce, di perdono, di forza, di vita, che viene da Dio e che, da parte nostra, deve corrispondere una “preghiera” viva e sentita, di intensa fede. D’altronde noi siamo “in attesa” della venuta di Gesù in questo tempo prezioso di Avvento e da parte di Dio vi è un’altrettanta “attesa” per la nostra disponibile risposta al suo disegno di salvezza. Inoltre, Egli attua una generosa “donazione” verso di noi, inviando il suo diletto Figlio in mezzo a noi, affinché anche noi “ci doniamo a Lui” in maniera totale, incondizionata e abbondante. Si stabilisce così una meravigliosa comunione tra Cielo e terra, tra Dio e noi sue povere creature. Questo è il senso più bello e fruttuoso del Natale: il Signore creatore e salvatore si abbassa fino al nostro misero livello, affinché noi ci innalziamo verso la sua santità infinita. Dio si è fatto carne, rimanendo perfetto Dio, perché noi potessimo divenire figli suoi a immagine del Figlio suo incarnato. Mirabile scambio di amore e di salvezza tra la sfera divina e la sfera umana, di cui la Vergine Maria ci invita a prendere coscienza in questo tempo di preparazione, per vivere un Natale autenticamente cristiano.
Subito dopo Ella ci suggerisce una piena apertura d’animo sia personale di ciascuno di noi sia delle nostre famiglie, in cui deve esserci l’attesa vigilante, orante e amante: “Perciò, figlioli, aprite i vostri cuori e le vostre famiglie affinché quest’attesa diventi preghiera ed amore e soprattutto donazione”. Davanti a queste parole stimolanti non possiamo restare indifferenti, in particolare in questo periodo di Avvento, nel quale aspettiamo a cuore spalancato la nascita del nostro Redentore. Si sa che oggi si celebra un Natale molto materialistico, pensando ai regali e mettendo al centro il vecchio e barbuto babbo natale, che copre ogni altro aspetto spirituale e benefico. Mentre il Festeggiato, il Protagonista, Gesù il Cristo, il Verbo incarnato, resta emarginato, nascosto, privato di accoglienza, di amore e adorazione. Lui, il divino Bambino, che ci porta la salvezza, la vera pace, la redenzione dai nostri peccati e sofferenze, non viene considerato né apprezzato, come dice il vangelo: “Venne tra i suoi ma i suoi non lo hanno accolto”. Tocca a noi, figli e apostoli di Maria, renderci disponibili a rimettere Gesù al posto che gli compete e dare a Lui l’onore che gli è dovuto, l’amore grato e sincero, come hanno fatto i pastori, i magi e gli angeli osannanti sulla capanna di Betlemme. Naturalmente sua Madre ne rimane rattristata e si rivolge a noi per ravvivare la nostra fede e la piena adesione al suo amato e benedetto Figlio!
La conclusione del messaggio ci riempie di conforto e di gioia, in quanto la Vergine, che sta accanto a noi e ci guida e protegge, fa capire che vi sono numerosi frutti buoni, i quali si espandono nel mondo e portano pace, amore e tanta speranza nei cuori: “Io sono con voi, figlioli, e vi esorto a non rinunciare al bene, perché i frutti si vedono, si sentono, arrivano lontano”. E dinanzi a così grande bene, il maligno si scatena e insidia le anime per condurle fuori della preghiera e della vita cristiana. Vi è una lotta impetuosa ma noi dobbiamo rimanere saldi e forti con la grazia
divina e la materna intercessione di Maria, Madre di Dio e Madre nostra: “Perciò il nemico è arrabbiato e usa tutto per allontanarvi dalla preghiera”.
Grazie, o Maria, perché ci mostri così grande amore, protezione e conforto. Noi sappiamo che tu non ci abbandoni e per questo siamo sereni e fiduciosi figli tuoi. Amen.
* Don RENZO LAVATORI, laureato in teologia e filosofia, membro della Pontificia Accademia di Teologia, docente di Teologia Dogmatica presso la Pontificia Università Urbaniana e altre Università ecclesiastiche di Roma. Conosciuto per numerose pubblicazioni sui temi fondamentali della fede e per le sue trasmissioni mensili a Radio Maria.
Originale sul Blog “Messaggi di Medjugorje“ http://goo.gl/Qnwh5I
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