C O M M E N T I
Riflessione sui Messaggi di Medjugorje di Don Renzo Lavatori
Messaggi...
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Messaggio a Marija del 25 aprile 2017
"Cari figli, amate, pregate e testimoniate la mia presenza a tutti coloro che sono lontani. Con la vostra testimonianza ed il vostro esempio potete avvicinare i cuori che sono lontani da Dio e dalla Sua grazia. Io sono con voi e intercedo per ciascuno di voi perché con amore e coraggio testimoniate ed esortiate tutti coloro che sono lontani dal mio Cuore Immacolato. Grazie per aver risposto alla mia chiamata”.
Commento teologico di Don Renzo Lavatori*
Il messaggio contiene sostanzialmente due aspetti tra loro collegati: il primo riguarda l’impegno concreto dei figli amati da Maria: “Cari figli! Amate, pregate e testimoniate”; il secondo sottolinea la cura premurosa della Madre dolcissima nei confronti de suoi figli: “Io sono con voi e intercedo per ciascuno di voi”.
Si tratta di una strettissima cooperazione, in modo che gli uni, i figli, possono effettuare buoni risultati soltanto se restano avvinti all’amore materno di Maria; d’altra parte Maria stessa si sente inoperosa e incapace di raggiungere le creature umane, soprattutto le più lontane, senza l’appoggio e l’aiuto effettivo dei suoi devoti. Strano coinvolgimento tra la sfera celeste e la realtà terrena, come fossero indispensabili una all’altra, eppure sono così estremamente distanti. Esso corrisponde a tutto il divino disegno per la salvezza dell’umanità. Dio stesso si avvicina alla terra, divenendo uomo, affinché l’uomo si elevi fino a lui nel profondo rapporto di figlio con il Padre. In tale processo si pone in evidenza l’intervento di Dio, da cui ha origine e sviluppo il rinnovamento della creatura umana e di conseguenza il cambiamento sociale, ma occorre che la creatura umana vada incontro a Dio e apra il suo animo e si renda disponibile liberamente ad eseguire i suoi sapienti consigli in modo da concretizzare ogni giorno il progetto d’amore divino. I due protagonisti, il soggetto divino e il soggetto umano, sono totalmente coinvolti per portare avanti l’azione salvifica a favore degli uomini oppressi dalla malvagità e dalla morte. Uno è talmente legato all’altro che non può operare senza l’altro reciprocamente.
È chiaro che Dio compie ogni evento di salvezza con la sua onnipotenza, davanti alla quale non vi può essere alcun ostacolo, ma è anche vero che se l’uomo non gli lascia spazio, Dio rimane nell’impossibilità e nell’impotenza di fare qualsiasi cosa. All’inverso, se l’uomo ha il desiderio e si impegna a mettersi sulla strada segnata dalla divina Sapienza, ma non viene sorretto e vivificato dalla grazia divina, resta del tutto incapace di compiere qualsiasi atto meritevole di vita eterna e di bontà. Sembra un paradosso, ma costituisce il mistero insostituibile e meraviglioso in cui sia Dio sia la creatura umana si pongono dentro questo circolo vitale e ne sono ambedue necessariamente coinvolti. Senza la cooperazione umana il soggetto divino non può fare nulla e senza la grazia divina il soggetto umano resta imprigionato nella sua limitatezza e miseria. Sono le supreme regole che determinano il mistero dell’amore tra l’Amante e l’amato, in forza del quale si stabilisce l’attrazione tra i due ma nel rispetto assoluto dovuto alla libertà di ciascuno. Se uno dei due si chiude alla comunicazione reciproca e si irrigidisce in sé stesso, nel proprio autoriferimento, il passaggio dell’amore non si attua e rimane incompiuto. Siccome si sa dalla divina rivelazione che Dio è sempre disponibile e fedele al suo slancio di donarsi all’essere umano, ne segue che se la comunione d’amore non si verifica, ciò dipende essenzialmente dall’uomo, che preferisce fare da solo piuttosto che abbandonarsi e lasciarsi avvolgere dalle braccia amorevoli del Padre celeste.
Ciò vale anche nei confronti di Maria, la nostra dolcissima Madre, che appartiene alla zona celeste eppure segue i suoi figli sulla terra. Ella è là in cielo e qui tra noi, sempre pronta a venire in nostro soccorso, purtroppo siamo noi che non ci sentiamo interessati né coinvolti. I suoi tentativi, le sue iniziative, i suoi amorevoli interessamenti non risuonano profondamente dentro di noi, che restiamo indifferenti o peggio non ne vogliamo sapere, continuando la nostra misera esistenza avvolti da tanto egoismo e durezza di cuore. Per questa ragione Ella continua a insistere: “Cari figli! Amate, pregate e testimoniate la mia presenza a tutti coloro che sono lontani”, invitandoci ad essere docili e disponibili. D’altra parte afferma costantemente la sua presenza tra di noi: “Io sono con voi e intercedo per ciascuno di voi perché con amore e coraggio testimoniate ed esortiate tutti coloro che sono lontani dal mio Cuore Immacolato”.
Apriamo il cuore, la mente, tutti noi stessi affinché le sue parole risuonino in noi e attraverso il nostro concreto impegno si realizzino e portino frutti di vita e di bene nell’umanità miscredente e lontana dalla salvezza portata da Cristo redentore, a cui sia lode e gloria nei secoli. Amen
Messaggio a Mirjana del 2 maggio 2017
“Cari figli, vi invito a pregare non chiedendo, ma offrendo un sacrificio: sacrificando voi stessi. Vi invito all’annuncio della verità e dell’amore misericordioso. Io prego mio Figlio per voi, per la vostra fede, che sta sempre più diminuendo nei vostri cuori. Lo prego di aiutarvi con lo Spirito Divino, come anch’io desidero aiutarvi con spirito materno. Figli miei, dovete essere migliori! Solo coloro che sono puri, umili e ricolmi d’amore sostengono il mondo, salvano loro stessi ed il mondo. Figli miei, mio Figlio è il cuore del mondo: bisogna amarlo e pregarlo, e non tradirlo sempre di nuovo. Perciò voi, apostoli del mio amore, fate crescere la fede nel cuore degli uomini col vostro esempio, con la vostra preghiera e con l’amore misericordioso. Io vi sono accanto, io vi aiuterò. Pregate affinché i vostri pastori abbiano quanta più luce possibile, per poter illuminare tutti coloro che vivono nelle tenebre. Vi ringrazio!”
Commento teologico di Don Renzo Lavatori*
Il messaggio si apre con l’idea basilare di unire la preghiera al sacrificio; poi si concentra, nella parte centrale, su un materno rimprovero della poca fede ai suoi figli; infine si chiude con l’invito pressante di onorare suo Figlio e testimoniarlo nel mondo.
1. Quanto al primo aspetto, preghiera e sacrificio, Ella dice: “Cari figli, vi invito a pregare non chiedendo, ma offrendo un sacrificio; sacrificando voi stessi”. Queste parole assumono un grande valore per la nostra vita cristiana. Anzitutto si rifanno al messaggio di Fatima dove si grida: penitenza – penitenza – penitenza, dopo aver esortato alla preghiera del Rosario. Di fatto è giusto considerare il rapporto che sussiste tra l’atteggiamento orante, che va costantemente alimentato, e lo spirito di penitenza e sacrificio, che deve accompagnarsi alla preghiera, in quanto ne costituisce la prova e la conferma più vera e credibile. Mentre la dissociazione tra preghiera e sacrificio comporta una divisione esistenziale tra il momento salutare dell’orazione e la concretezza quotidiana dove si vive con tante difficoltà e sofferenze. Ciò causa una duplice carenza: da una parte la preghiera si fa astratta, disincarnata e priva di incidenza nella vita; dall’altra parte la sofferenza diventa pesante, opprimente e asfissiante. Se invece i due elementi si uniscono, se ne capiscono subito i benefici effetti. La preghiera dona forza, speranza, soprattutto porta con sé la grazia divina per affrontare le traversie dell’esistenza senza esserne travolti ma conservando la serenità e la fiducia nel cuore, in quanto tutto viene vissuto e accolto sotto l’aiuto soprannaturale e onnipotente del Signore. La preghiera diventa così un balsamo di supporto confortevole davanti alle molteplici prove in cui ci si imbatte quotidianamente. A sua volta il dolore, sostenuto nell’amore di Cristo, effuso dalla preghiera, acquista un valore altamente positivo, nel senso che viene intessuto di salvezza, di maturazione e di purificazione per noi stessi e per altre persone, se esso viene offerto in riparazione di tanti peccati e perversità umane. Diventa fonte di redenzione e di rinnovamento per il mondo intero, in unione con il mistero di Gesù il Crocifisso e il Risorto.
Dolore e amore, strettamente congiunti assieme, formano la struttura portante del cristianesimo, in derivazione e partecipazione della passione e morte che Gesù ha vissuto con estremo dolore e infinito amore, trasformando mirabilmente la morte in vita, la sofferenza in beatitudine, il male in bene. La Vergine ci conduce su questa strada maestra, che unicamente offre un senso benefico alla sofferenza e alla iniquità, altrimenti saremmo sopraffatti dalla morte e dal peccato senza via di scampo. Solo in Cristo, il Crocifisso e Innalzato, si trovano la fonte e la radice di superare e addirittura trasfigurare il drammatico mistero del male e dell’afflizione. Si rivela in tal modo la paradossalità di un binomio salvifico: la preghiera del cuore e il sacrificio offerto per amore formano il tessuto di una vita autenticamente cristiana, portatrice di bene e di salvezza in noi e nell’umanità. La Vergine ce lo indica con chiarezza, in conformità all’esempio e alle parole di suo Figlio. A noi il compito meraviglioso di saperlo accogliere e vivere intensamente e fiduciosamente.
2. Quanto alla nostra fede debole e insicura, la Madonna dice con dolce fermezza: “Io prego mio Figlio per voi, per la vostra fede, che sta sempre più diminuendo nei vostri cuori”. Lei prega il Figlio suo per offrirci l’aiuto necessario a vivere ogni patimento nell’amore di Gesù e dei fratelli. Lo sa bene che non è cosa facile. Ella stessa ha sperimentato le difficoltà della vita fin dall’infanzia di suo Figlio e poi sotto la croce quando una spada ha trafitto il suo Cuore materno. Per questa ragione si rende conto che noi, figli suoi molto più fragili di Lei, siamo spesso sconvolti e disperati, venendo meno quella fede ardente e coraggiosa come la sua. Insiste ripetendo: “Lo [il Figlio] prego di aiutarvi con lo Spirito divino, come anch’io desidero aiutarvi con spirito materno”.
Ne deriva la sua esortazione cocente: “Figli miei, dovete essere migliori”. A questo punto dobbiamo fermarci e sostare in meditazione per comprendere quanto siano utili e indispensabili questi richiami, per non dire rimproveri, alla nostra fede fiacca e tiepida! Se fossimo cristiani più convinti e vigorosi nella fede e nelle opere buone, certamente la Chiesa e il mondo andrebbero meglio e il male non avrebbe quella diffusione e depravazione che amaramente tutti constatiamo. Dobbiamo riprendere forza e coraggio, camminando ogni giorno con Maria e pregandola di sostenerci sempre. Le sue parole risuonano incalzanti dentro di noi e ci mostrano il giusto sentiero su cui porci per essere assieme a Lei costruttori di una umanità più giusta e santa a beneficio di tutti: “Solo coloro che sono puri, umili e ricolmi d’amore sostengono il mondo, salvano sé stessi e il mondo”.
3. L’ultimo sprazzo di luce la Vergine lo pone davanti ai nostri occhi e soprattutto nel nostro animo: “Figli miei, mio Figlio è il cuore del mondo: bisogna amarlo e pregarlo”. Ancora espressioni di orientamento spirituale verso il Figlio suo che è “il cuore del mondo”. Meravigliosa definizione che indica la centralità di Cristo per tutta l’umanità, quale fonte unica ed inesauribile di vitalità, amore, salvezza, grazia e gioia. Lui solo, il Signore Gesù, il Crocifisso-Risorto, costituisce la dimensione fondamentale e insostituibile per andare avanti senza perderci d’animo e smarrirci. Restando aggrappati a Lui, troveremo sempre le risorse per ricuperare energia e salute, luce e operosità. Tuttavia la Madre non tralascia di rivolgerci un forte richiamo: “non tradirlo sempre di nuovo”. Lei sa dei nostri tradimenti, nel senso che spesso perdiamo di vista suo Figlio e veniamo risucchiati dalla mentalità materialistica e dalla indifferenza e pigrizia religiosa, che ci sprofondano nell’ottenebramento accecante e nell’angoscia spaventosa. Occorre risvegliarci e ritrovare la Luce che brilla nelle tenebre e le dissolve, il Cristo nostro Signore e Salvatore, Lui il nostro unico solido approdo dell’esistenza terrena ed eterna. A Lui onore e gloria nei secoli! La Vergine Madre si sente che lo porta intimamente nel suo Cuore Immacolato e vorrebbe che tutti i suoi figli fossero altrettanto amanti di Gesù come Lei. Il suo sguardo in particolare si rivolge ai Pastori, che sono i suoi figli prediletti e le guide luminose della Chiesa, affinché siano fedeli e docili servitori del popolo smarrito e dolorante.
O Madre buona e pietosa, fa’ che ti ascoltiamo e mettiamo in pratica i tuoi saggi suggerimenti e ad essi restiamo saldamente avvinti! Perdona i nostri tradimenti, la nostra poca fede, la nostra debolezza spirituale. La certezza che tu ci stai accanto e ci offri instancabilmente la tua mano benevola, ci dona il coraggio di ritornare ogni volta a tuo Figlio, di amarlo sopra ogni cosa e ogni persona, di essere fedeli alla sua Parola di verità e di vita. Grazie per la tua infinita pazienza e bontà! Portaci con Te, sorreggici sulle tue braccia, difendici con il tuo manto materno, affinché non deviamo su sentieri falsi e pericolosi, ma restiamo fermamente uniti a Cristo, tuo Figlio amatissimo. Donaci anche la forza di testimoniarlo alle altre persone, che incontriamo ogni giorno, soprattutto ai più bisognosi e sofferenti, per trasmettere ad essi il suo amore che guarisce le ferite profonde del cuore umano e dona gioia e tanta speranza contro ogni disperazione. Grazie, Madre cara, per avere ascoltato la nostra supplica e aver mostrato a noi, figli tuoi e apostoli, il tuo amore sconfinato. Il tuo Cuore Immacolato trionfi contro ogni avversità e sia il nostro rifugio di pace e di conforto. Amen
* Don RENZO LAVATORI, laureato in teologia e filosofia, membro della Pontificia Accademia di Teologia, docente di Teologia Dogmatica presso la Pontificia Università Urbaniana e altre Università ecclesiastiche di Roma. Conosciuto per numerose pubblicazioni sui temi fondamentali della fede e per le sue trasmissioni mensili a Radio Maria.
Originale sul Blog “Messaggi di Medjugorje“ http://goo.gl/Qnwh5I
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