C O M M E N T I
Riflessione sui Messaggi di Medjugorje di Don Renzo Lavatori
Messaggi...
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Messaggio a Marija del 25 settembre 2016
"Cari figli, oggi vi invito alla preghiera. La preghiera sia per voi vita. Soltanto così il vostro cuore si riempirà di pace e di gioia. Dio vi sarà vicino e voi Lo sentirete nel vostro cuore come un amico. Parlerete con Lui come con qualcuno che conoscete e, figlioli, sentirete il bisogno di testimoniare, perché Gesù sarà nel vostro cuore e voi sarete uniti in Lui. Io sono con voi e vi amo tutti con il mio amore materno. Grazie per aver risposto alla mia chiamata."
Messaggio a Mirjana del 2 ottobre 2016
“Cari figli, lo Spirito Santo, per mezzo del Padre Celeste, mi ha reso Madre: Madre di Gesù e, per ciò stesso, anche vostra Madre. Perciò vengo per ascoltarvi, per spalancare a voi le mie braccia materne, per darvi il mio Cuore e invitarvi a restare con me, poiché dall’alto della croce mio Figlio vi ha affidato a me. Purtroppo molti miei figli non hanno conosciuto l’amore di mio Figlio, molti non vogliono conoscere lui. Oh figli miei, quanto male fanno coloro che devono vedere o comprendere per credere! Perciò voi, figli miei, apostoli miei, nel silenzio del vostro cuore ascoltate la voce di mio Figlio, affinché il vostro cuore sia sua dimora e non sia tenebroso e triste, ma illuminato dalla luce di mio Figlio. Cercate la speranza con fede, poiché la fede è la vita dell’anima. Vi invito di nuovo: pregate! Pregate per vivere la fede in umiltà, nella pace dello spirito e rischiarati dalla luce. Figli miei, non cercate di capire tutto subito, perché anch’io non ho compreso subito tutto, ma ho amato e creduto nelle parole divine che mio Figlio diceva, lui che è stato la prima luce e l’inizio della Redenzione. Apostoli del mio amore, voi che pregate, vi sacrificate, amate e non giudicate: voi andate e diffondete la verità, le parole di mio Figlio, il Vangelo. Voi, infatti, siete un vangelo vivente, voi siete raggi della luce di mio Figlio. Mio Figlio ed io saremo accanto a voi, vi incoraggeremo e vi metteremo alla prova. Figli miei, chiedete sempre e soltanto la benedizione di coloro le cui mani mio Figlio ha benedetto, ossia dei vostri Pastori. Vi ringrazio!”.
Commento teologico di Don Renzo Lavatori*
I due messaggi (A = 25 settembre 2016 e B = 2 ottobre 2016) presentano un sorprendente collegamento che consente una lettura parallela, mettendo insieme le frasi di uno con l’altro, secondo una visione sinottica che abbraccia alcuni orientamenti spirituali perfettamente in sintonia.
Li analizziamo uno ad uno.
1. Anzitutto scaturisce nuovamente un invito pressante alla preghiera: “oggi vi invito alla preghiera” (A) e “vi invito di nuovo: pregate” (B). L’insistenza sulla preghiera, con cui la Vergine Maria intesse ogni suo messaggio, fa pensare che la preghiera costituisce un elemento vitale per la vita cristiana, di cui non si può fare a meno. Di fatto se diminuisce la preghiera, immediatamente si indebolisce la fede e con ciò si ripiomba inevitabilmente nella dimensione terrena e materialistica, che si avvinghia all’essere umano fino a renderlo schiavo delle ansie e preoccupazioni che si accavallano su di lui e lo opprimono fino alla depressione e al pessimismo. In tal modo il cristiano perde lo slancio del suo animo verso Dio e verso i valori dello spirito, si disorienta e non ha più il controllo dei propri sentimenti e della obiettività delle cose e dei fatti. Si chiude in sé stesso e va dietro ai tanti pensieri più o meno che lo attanagliano e ci si immerge come se fossero la sostanza della vita, mentre sono appannaggio di illusioni e delusioni. Da qui nascono altri effetti collaterali deleteri come il nervosismo, l’aggressività, l’angoscia, la tristezza, un malessere generale che disturba l’armonia e la serenità, riversandosi poi sugli altri in maniera conflittuale e nevrotica, possessiva o dispregiativa. La Vergine ci dice la necessità di saper ritrovare ogni volta l’aggancio con Dio attraverso la preghiera semplice e umile, costante e fiduciosa. Per mezzo di essa la creatura umana si eleva nuovamente verso una visione più sana ed equilibrata degli avvenimenti e delle realtà terrene, sapendo dare ad ognuna di esse il peso che meritano senza cadere in atteggiamenti che vanno fuori dei binari e del retto agire, causando solo disordine e stordimento. L’invito della Madonna dunque va accolto con tutta l’apertura del nostro animo per fare della preghiera il centro e il basamento, la sorgente da cui poter attingere forza e distensione per una vita più fiduciosamente cristiana ed umana.
2. Ma come deve essere capita e valutata la preghiera? Quale il suo autentico valore? La Vergine lo dice espressamente: “la preghiera sia per voi vita. Soltanto così il vostro cuore si riempirà di pace e di gioia” (A) e similmente: “pregate per vivere la fede in umiltà, nella pace dello spirito e rischiarati dalla luce” (B). Si vede il legame strettissimo tra la preghiera e la fede, in quanto ambedue formano “la vita dell’anima” (B). In effetti la preghiera alimenta, rafforza, purifica, vivifica la fede, mentre la fede mostra l’efficacia della preghiera per mezzo dei suoi effetti benefici, in modo che acquisti in noi una sempre maggiore attrattiva e impulso. In altre parole si può dire che la preghiera, aprendo il cuore all’amore di Dio e alla sua potenza, consente di stabilire un filiale rapporto con il Padre celeste, a cui ci si abbandona come bimbi da Lui abbracciati, sorretti, guidati, causando così un autentico atteggiamento di fede. D’altra parte la fede, quale affidamento totale in Dio, permette al cristiano di stare costantemente attaccato al Padre in uno stato di perenne invocazione del suo aiuto e di espressioni di lode e ringraziamento per i suoi doni come il perdono, la provvidenza e soprattutto l’amore. Si stabilisce una relazione interpersonale tra l’orante e il Padre che li lega come due amici o due persone che si vogliono veramente bene in un abbraccio intenso di colloquio e di fiducia reciproca. La stessa cosa avviene con il Figlio Gesù e lo Spirito Santo in uno stretto coordinamento che unisce la creatura umana alle tre Divine Persone. Questa intimità tra cielo e terra, tra il divino e l’umano, costituisce il senso più profondo della preghiera e della fede, secondo quanto la stessa Vergine esprime: “Dio vi sarà vicino e voi Lo sentirete nel vostro cuore come un amico” (A) e ancora: “nel silenzio del vostro cuore ascoltate la voce di mio Figlio” (B) per entrare in dialogo con Lui e sentire la dolcezza della sua compagnia. Quale meravigliosa esperienza è quella di una preghiera così intima e viva, da cui proviene una fede solida e soave. Ambedue, preghiera e fede, si coalizzano per formare una ferrea struttura del cristiano, il quale, se resta fedele alla preghiera, si matura nella fede e la fede si alimenta di luce e pace per una preghiera viva e gioiosa. Ricordiamoci che preghiera e fede camminano insieme e non si possono separare. Non illudiamoci di avere fede senza il sostegno della preghiera né pensiamo di poter pregare senza lo slancio della fede.
3. Un altro aspetto interessante è dato dall’incitamento alla testimonianza della propria fede e dell’amore sincero verso i fratelli e le sorelle che incontriamo ogni giorno sul nostro cammino: “figlioli, sentirete il bisogno di testimoniare” (A) e con simili parole: “apostoli del mio amore, voi che pregate, vi sacrificate, amate e non giudicate: voi andate a diffondere la verità, le parole di mio Figlio, il Vangelo” (B). Non si può tenere solo per sé stessi il tesoro prezioso dell’amore di Gesù e delle sue parole luminose, ma occorre espanderlo al di fuori della propria soggettività sia nell’ambito familiare sia in quello sociale e lavorativo o ricreativo. Ovunque ci troviamo, dobbiamo portare la luce, la gioia, il conforto del Vangelo. Altrimenti perdiamo il merito di fare fruttificare i talenti ovvero i doni o le grazie che Dio ci ha elargito nella sua generosità. Questo è un elemento da sottolineare, perché constatiamo una certa chiusura interiore o uno scorretto pudore che ci impedisce da mostrare umilmente agli altri la nostra fede e il nostro modo di essere cristiani. Solo quando si va in chiesa o in una assemblea di gruppo, allora ci si fa vedere credenti e praticanti. Invece la fede sincera e la sua testimonianza prendono tutta la vita sia in chiesa sia in casa sia al lavoro o per la strada o anche al bar e al ristorante o nei locali della sofferenza come nell’ospedale o nelle case per gli anziani. Per questa ragione la Vergine usa una frase molto incisiva: “voi, infatti, siete un vangelo vivente, voi siete i raggi della luce di mio Figlio” (B). Parole stupende e suggestive ma quanto mai impegnative! Noi ne siamo ben lontani. Esse comportano che non dobbiamo dividere la fede secondo scompartimenti chiusi o secondo momenti e situazioni varie. Siamo cristiani tutto d’un pezzo, sempre e dovunque. Soprattutto nel tempo tenebroso e disordinato in cui viviamo, quando l’incredulità, l’ateismo e il materialismo predominano e sconvolgono l’ordine dell’umana e cristiana esistenza. Qui dobbiamo testimoniare con coraggio e carità la nostra fede e annunciare la verità di Gesù, il suo Vangelo salutare. Questo vuole la Madonna da noi e non possiamo esimerci dall’obbedire ed eseguire i suoi materni consigli.
4. Certamente non è facile vivere una fede così intensa e totalizzante in questo mondo perverso. Per confortarci e darci un valido sostegno, Maria aggiunge alcune frasi che ci offrono un forte incoraggiamento: “io sono con voi e vi amo tutti con il mio Cuore materno” (A) e similmente: “mio Figlio e io saremo accanto a voi, vi incoraggeremo e vi metteremo alla prova” (B). Queste tenerissime espressioni ci commuovono e accrescono la nostra devozione filiale a Maria SS.ma. Si dice anche che vi sono delle “prove”, perché la vita non è facile e i momenti di sofferenza e di tentazione sono frequenti. Tuttavia non dobbiamo sentirci soli e sventurati, anzi proprio in quelle situazioni di pesantezza e di amarezza la vicinanza della Vergine si fa più attenta e premurosa, come dice affettuosamente: “vengo per ascoltarvi, per spalancare a voi le mie braccia materne, per darvi il mio Cuore e invitarvi a restare con me, poiché dall’alto della croce mio Figlio vi ha affidati a me” (B). Si percepisce il sentimento tenerissimo della Madre, che allarga le braccia per accoglierci come suoi figli diletti e benedetti e addirittura ci dona il suo Cuore affinché ne possiamo sentire i battiti più intimi e dolci per farci capire fino in fondo il suo amore sconfinato. Se ben riflettiamo su queste parole, non si può fare a meno di provare dentro di noi un senso di serenità, di sicurezza e di dolcezza. Per un figlio l’abbraccio materno costituisce un’esperienza di un sapore unico che rivela una grande realtà: sentirsi amati in maniera totale e incondizionata. Da ciò deriva una vita intessuta d’amore che sa affrontare la durezza dell’esistenza con la consapevolezza che quell’abbraccio non finisce mai e sempre ci sorregge e ci consola come bimbi bisognosi di aiuto e di affetto. Tanto più questo vale nei confronti di Maria, la Madre di Cristo e Madre nostra. Ella ci tiene a sottolinearlo: “lo Spirito santo per volontà del Padre Celeste mi ha reso Madre di Gesù e, perciò stesso, vostra Madre” (B). Si tratta della maternità divina con cui Lei ha accolto nel suo grembo verginale il Figlio eterno di Dio, donando a Lui la perfetta natura umana. Pertanto il Verbo di Dio, fatto carne, condivide la nostra situazione e noi siamo legati a Lui quali membri della medesima famiglia umana. Ne segue che Maria è pronta a diventare anche madre degli uomini. Tale maternità si compie sotto la croce quando Gesù affida il discepolo Giovanni alla Madre come fosse suo figlio, accanto al Figlio crocifisso. Questo è il mistero ineffabile da cui scaturisce l’amore materno di Maria per ciascuno di noi. Ella fa notare però che “molti miei figli non hanno conosciuto l’amore di mio Figlio, molti non vogliono conoscere Lui” (B). È il grido accorato della Madre celeste che dovrebbe giungere nella profondità del nostro cuore, per risvegliarci e renderci pronti ad accogliere tale infinito salvifico amore. Per raggiungere lo scopo non occorre fare molti ragionamenti complicati, ma semplicemente ricorrere alle Parole santissime di Gesù crocifisso: “ecco la tua Madre”. Maria stessa ci consiglia di non andare dietro a speculazioni razionali ma di affidarci nella fede pura al Signore nostro Dio, come Ella stessa ha fatto nella sua vita terrena lasciandosi condurre dalla divina volontà senza pretese umanistiche e fantasiose.
Grazie, o Vergine Madre, della tua disponibilità a istruirci nella fede e a sollecitare la nostra adesione piena e generosa. Perdona i nostri ritardi, i dubbi, la durezza del cuore, i ragionamenti vani e tortuosi, l’orgoglio, la ricerca delle tenebre piuttosto della luce radiosa di tuo Figlio. Liberaci da tanti legacci che ci impediscono di essere e di vivere nella libertà di figli docili e fedeli. Resta accanto a noi e portaci per mano al fine di poter attuare un cristianesimo coraggioso e fiducioso. Oggi, nei tempi burrascosi in cui viviamo, abbiamo più che mai bisogno del tuo abbraccio materno. Vogliamo lasciarci cullare e sostenere dalle tue braccia affettuose, dove troveremo sempre il tuo appoggio benevolo con cui possiamo riprendere ogni giorno il nostro cammino di santificazione per congiungerci a Te nel regno beato del paradiso. Amen
Messaggio a Mirjana del 2 settembre 2016
“Cari figli, secondo la volontà di mio Figlio ed il mio materno amore vengo a voi, miei figli, ed in particolare per coloro che ancora non hanno conosciuto l’amore di mio Figlio. Vengo a voi che pensate a me, che mi invocate. A voi do il mio materno amore e porto la benedizione di mio Figlio. Avete cuori puri e aperti? Vedete i doni, i segni della mia presenza e del mio amore? Figli miei, nella vostra vita terrena ispiratevi al mio esempio. La mia vita è stata dolore, silenzio ed un’immensa fede e fiducia nel Padre Celeste. Nulla è casuale: né il dolore, né la gioia, né la sofferenza, né l’amore. Sono tutte grazie che mio Figlio vi dona e che vi conducono alla vita eterna. Mio Figlio vi chiede l’amore e la preghiera in lui. Amare e pregare in lui vuol dire — come Madre voglio insegnarvelo — pregare nel silenzio della propria anima, e non soltanto recitare con le labbra. Lo è anche il più piccolo bel gesto compiuto nel nome di mio Figlio; lo è la pazienza, la misericordia, l’accettazione del dolore ed il sacrificio fatto per gli altri. Figli miei, mio Figlio vi guarda. Pregate per vedere anche voi il suo volto, ed affinché esso possa esservi rivelato. Figli miei, io vi rivelo l’unica ed autentica verità. Pregate per comprenderla e poter diffondere amore e speranza, per poter essere apostoli del mio amore. Il mio Cuore materno ama in modo particolare i pastori. Pregate per le loro mani benedette. Vi ringrazio!”.
Commento teologico di Don Renzo Lavatori*
La Vergine Maria rivolge la sua attenzione a due categorie di persone. La prima, a cui sembra dare maggiore importanza in questo messaggio, è rappresentata da "coloro che ancora non hanno conosciuto l'amore di mio Figlio". Sono coloro che, pur essendo figli suoi amati, si trovano in una situazione di disagio e di lontananza spirituale, in quanto non hanno sperimentato la dolcezza e la tenerezza dell'amore di Gesù e pertanto sono privi di una fede viva e feconda. Si sa che l'attrazione per una persona nasce dalla simpatia che essa suscita e dalla manifestazione della sua bontà e sensibilità. Quanto più si conoscono concretamente e personalmente le caratteristiche buone e le qualità positive che essa contiene nella sua personalità, tanto più l'amore cresce e si matura fino a diventare una sincera piacevole amicizia.
Similmente avviene nel caso di Gesù. Se uno ha sperimentato la bontà del suo cuore e la sua divina misericordia, la sua generosità e dolcezza, la sua ricchezza di verità e sapienza, costui viene preso da intima ammirazione e dal desiderio di conoscerlo sempre più profondamente per stabilire con Lui un rapporto di fraterna amicizia. La conoscenza amorevole di Gesù è data dalla fede viva con cui si ascolta la sua Parola e dalla esperienza concreta dei suoi interventi benefici a tutti i livelli, fisici psichici e spirituali, sia nei nostri confronti sia verso gli altri.
Purtroppo molti, anche cristiani, non vivono un tale rapporto interpersonale confidenziale con Gesù persona viva e meravigliosa, ma si accontentano di un approccio esteriore e fugace con qualche preghiera frettolosa e distratta come se Gesù fosse un fantasma o una immaginazione inesistente. In questo modo essi non sperimentano l'amore vitale di Gesù e non lo conoscono in pienezza. Da qui la debolezza e la fiacca della loro fede. La Vergine Madre ne sente tutto il dispiacere e vorrebbe che ogni creatura umana avesse l'opportunità di conoscere vitalmente l'amore di Gesù.
La seconda categoria di persone sono i suoi figli più devoti e fedeli alle sue premure materne. Sono coloro che la pregano e la onorano. A questi Ella rivolge un particolare sguardo di benevolenza, dicendolo a cuore aperto: "vengo a voi che pensate a me, che mi invocate. A voi do il mio materno amore e porto la benedizione di mio Figlio". Tuttavia Ella fa capire che anche tra questi suoi figli diletti ancora non sussiste una fede viva e intensa. Di fatto si domanda se abbiano cuori puri e disponibili, se si rendano conto dei benefici ricevuti e delle manifestazioni visibili del suo amore: "avete cuori puri e aperti? Vedete i doni, i segni della mia presenza e del mio amore? ". Cosa possiamo noi rispondere con sincerità di animo? Si resta sospesi e titubanti. Non abbiamo l'assoluta certezza di corrispondere ai suoi richiami e comprendere i suoi interventi, tuttavia ci sforziamo e vogliamo capire sempre più a fondo quanto Ella fa per noi così generosamente. Dobbiamo crescere su questo aspetto.
Al fine pedagogico di incoraggiarci, Ella porta il suo esempio, per dirci che è possibile vivere una vera vita cristiana nella comunione con Cristo. Si tratta di saper mettere insieme tre aspetti tra loro complementari: il primo è il dolore, il secondo è il silenzio e il terzo la preghiera fiduciosa. La sofferenza ci scuote e ci opprime, presentandosi nei suoi mille volti disseminati giornalmente sul nostro cammino terreno. Essa tuttavia non va vista da sola, come fosse l'elemento fondamentale dell'esistenza, perché in tal modo sarebbe per tutti uno spettro da disperazione. Il dolore va unito al silenzio, cioè alla sottomissione docile e umile al divino Volere, che si accoglie nella preghiera, la quale irrora la sofferenza rendendola più leggera, anzi trasformandola in eventi preziosi di grazia e redenzione. La preghiera diventa così l'unzione balsamica che lenisce le ferite doloranti e dona forza e speranza. Ma anche la preghiera resta inefficace se non viene sorretta e vivificata dà una fede ardente, nel senso che la creatura umana, attraverso la preghiera filiale, assume un atteggiamento di costante abbandonò a Dio Padre nostro, in modo che ci disponga a compiere la sua volontà ch'è sempre il nostro bene, anche se non coincide con gli interessi e le richieste personali.
Qui si attua un passaggio importante che conduce ad essere costantemente affidati alla suprema sapienza e bontà divina. In effetti Dio non vuole altro che il nostro bene, il bene vero, quello della vita eterna e del possesso del regno celeste. Tutto il resto deve servire a questo scopo principale e non prendere invece il sopravvento come primo valore. Avere in mente e nel cuore il desiderio di raggiungere la beatitudine eterna costituisce la identità propria del cristiano, che vive nel mondo ma costantemente proteso ai beni infiniti del regno del Padre.
Sono questi tre atteggiamenti che hanno caratterizzato l'esistenza terrena di Maria: "la mia vita è stata dolore, silenzio e una immensa fede e fiducia nel Padre celeste". In tal modo tutto rientra nel progetto divino rivolto a tutti noi suoi figli diletti: ottenere il premio del paradiso. Ogni avvenimento, brutto e bello, ogni momento più o meno felice su questa terra non viene a caso, ma fa parte di un ricamo stupendo che forma la tessitura del nostro percorso su questa terra quale caparra della vita eterna: "nulla è casuale: né il dolore, né la gioia, né la sofferenza, né l'amore. Sono tutte grazie che il mio Figlio vi dona e che vi conducono alla vita eterna ". Niente di più bello e interessante di una simile prospettiva in cui ogni cosa, ogni persona, ogni fatto sono espressione di una ricchezza vitale incommensurabile.
Dunque resta saldo e fondamentale il binomio strettamente congiunto: pregare e amare: "mio Figlio vi chiede l'amore e la preghiera in Lui". Che significa? Lo dice subito dopo: "amare e pregare in Lui vuol dire - con il cuore voglio insegnarvelo - pregare nel silenzio della propria anima, e non soltanto recitare con le labbra ". Ciò comporta che la preghiera, se non è mossa dal cuore, non porta frutto; d'altronde l’amore, se non è intessuto di preghiera, diventa solo parola vuota. Il tutto deve essere fatto "in Lui", cioè ne suo nome santissimo, nella sua grazia e nella sua Parola. Noi dobbiamo essere totalmente inseriti e immersi in Cristo per condividere i suoi atteggiamenti, i suoi sentimenti, la sua bontà e verità.
Che meraviglia! Quale bellezza spirituale ci propone la Vergine Maria!
Tale stato di cose richiede di mostrare nella concretezza della vita quotidiana i gesti di pazienza, di misericordia, di accettazione del dolore e del sacrificio a favore dei nostri fratelli bisognosi.
La conclusione del messaggio risuona luminosa e fascinosa: "figli miei, mio Figlio vi guarda. Pregate per vedere anche voi il suo volto". Nell'incontro di questi sguardi di amore si scopre il paradiso e già su questa terra si intravede lo splendore della divina verità e santità. La Vergine ci assicura che la Verità divina e affascinante sta precisamente nel volto radioso e dolcissimo di suo Figlio. Se ci lasciano condurre da una tale saggia e lungimirante Maestra di santità, veramente potremmo diffondere ovunque la speranza, per poter essere "apostoli del suo amore". Il mondo acquisterebbe un altro aspetto, ricco di luce e bontà, mentre l'esistenza umana sarebbe molto più piacevole e leggiadra, portatrice del vero bene che si attuerà pienamente nella beatitudine eterna.
* Don RENZO LAVATORI, laureato in teologia e filosofia, membro della Pontificia Accademia di Teologia, docente di Teologia Dogmatica presso la Pontificia Università Urbaniana e altre Università ecclesiastiche di Roma. Conosciuto per numerose pubblicazioni sui temi fondamentali della fede e per le sue trasmissioni mensili a Radio Maria.
Originale sul Blog “Messaggi di Medjugorje“ http://goo.gl/Qnwh5I
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