C O M M E N T I
Riflessione sui Messaggi di Medjugorje di Don Renzo Lavatori
Messaggi...
|
Messaggio a Marija del 25 luglio 2016
“Cari figli, vi guardo e vi vedo persi e non avete né la preghiera né la gioia nel cuore. Ritornate, figlioli, alla preghiera e mettete Dio al primo posto e non l'uomo. Non perdete la speranza che vi porto. Figlioli, questo tempo – ogni giorno - sia sempre più un cercare Dio nel silenzio del vostro cuore e pregate, pregate, pregate finché la preghiera diventi gioia per voi. Grazie per aver risposto alla mia chiamata."
Commento teologico di Don Renzo Lavatori*
La Madonna parte dalla concretezza, da una situazione di fatto molto triste: "vi vedo persi". Che significa questa espressione? Può avere due significati: il primo indica un disorientamento e uno smarrimento interiore come quando una persona smarrisce la strada; Il secondo significato, più grave, rivela la durezza del cuore di chi volutamente rimane nell'allontanamento dalla retta via e non intende rimuoversi da là, restando prigioniero nella tenebra. In ambedue i casi la Vergine intende risvegliare i suoi figli per riportarli sulla giusta e salutare situazione cristiana.
Ella offre tre motivazioni che concorrono alla perdita della vera vita spirituale: manca la preghiera - si è persa la gioia - viene meno il primato di Dio. Si tratta di una umanità che ancora si chiama cristiana ma non vive più la freschezza, la vitalità, la profondità della fede cristiana e della conseguente esistenza coerentemente intessuta di cristianesimo. Siamo fiacchi nella fede, deboli nella adesione al Signore, immersi nel materialismo e nelle cose terrene che ci opprimono e ci allontanano dai valori spirituali e religiosi. La Vergine lo vede con l'occhio vigile e amorevole della Madre e se ne dispiace perché vuole la nostra vera salvezza eterna. A tale scopo ci offre tre modi per uscire da questa crisi e sono in corrispondenza alle tre carenze indicate: il primo è la ripresa della preghiera, intensa, viva, continua. Non tanto la preghiera formale, distratta, discontinua, ripetitiva come un disco. Occorre recuperare una preghiera che sgorga dal cuore del figlio abbandonato e fiducioso nell'amore del Padre celeste.
Come si fa ad effettuare una preghiera che venga dal cuore? Sappiamo che la preghiera è la finestra che noi apriamo verso il Cielo affinché Dio entri in noi con tutta la sua luce, il suo amore, la sua grazia. Tale finestra non deve mai chiudersi, altrimenti l'aria pura e salubre del Cielo non arriva dentro di noi e non penetra nella intimità del nostro essere. Al contrario apriamo altre finestre sulla terra da dove esala un'aria pestifera, inquinata e velenosa. La Vergine torna a farci pressione perché la preghiera sia il respiro salutare dell'anima che suscita la disponibilità incline al volere e all'amore del Signore.
Quando in noi giunge l'amore divino si risanano tutte le ferite del cuore, alle volte dolorose e sanguinanti. Quell'amore è un balsamo di guarigione e di purificazione per ottenere la quiete e la serenità interiore che ci consente di sentire la gioia di vivere, di lavorare, di donare, di amare, di soffrire. Quella grazia divina scaturisce dal Cristo Crocifisso e risorto. In tal modo la preghiera del cuore produce la gioia del cuore e Dio torna a primeggiare nella nostra mente, nell'animo, nella vita di ogni giorno, nella bella e brutta sorte. La sua presenza costante ci assicura la disponibilità ad essere sempre e ovunque i portatori della sua Parola e della sua bontà a tutti coloro che cercano la quiete interiore, soprattutto ai nostri familiari e amici o persone varie che hanno estremo bisogno di essere accolte, amate, comprese ed educate. Lasciamo al Signore lo spazio che gli compete, cioè il primo posto. Lui è il Signore della vita, il redentore e Salvatore unico e perfetto. A lui onore e gloria nei secoli.
Messaggio a Mirjana del 2 luglio 2016
“Cari figli, la mia presenza reale e vivente in mezzo a voi deve rendervi felici, perché questo è il grande amore di mio Figlio. Egli mi manda in mezzo a voi affinché, con materno amore, io vi dia sicurezza; affinché comprendiate che dolore e gioia, sofferenza e amore fanno sì che la vostra anima viva intensamente; affinché vi inviti nuovamente a celebrare il Cuore di Gesù, il cuore della fede: l’Eucaristia. Mio Figlio, di giorno in giorno, nei secoli ritorna vivente in mezzo a voi: ritorna a voi, anche se non vi ha mai abbandonato. Quando uno di voi, miei figli, ritorna a lui, il mio Cuore materno sussulta di felicità. Perciò, figli miei, ritornate all’Eucaristia, a mio Figlio. La strada verso mio Figlio è difficile e piena di rinunce ma, alla fine, c’è sempre la luce. Io capisco i vostri dolori e le vostre sofferenze e, con materno amore, asciugo le vostre lacrime. Confidate in mio Figlio, poiché Egli farà per voi quello che non sapreste nemmeno chiedere. Voi, figli miei, voi dovete preoccuparvi soltanto per la vostra anima, perché essa è l’unica cosa che vi appartiene sulla terra. Sudicia o pura, la porterete davanti al Padre Celeste. Ricordate: la fede nell’amore di mio Figlio viene sempre ricompensata. Vi chiedo di pregare in modo particolare per coloro che mio Figlio ha chiamato a vivere secondo lui e ad amare il loro gregge. Vi ringrazio”.
Commento teologico di Don Renzo Lavatori*
Vi sono contenuti due aspetti di grande importanza: il primo riguarda la tematica piuttosto impegnativa ma stupenda dell'armonico rapporto tra il dolore e l'amore, come è stato vissuto da Gesù e da Maria stessa. Ella parla non per astrazione ma per personale esperienza. Maria è la Madre addolorata e la causa della nostra letizia. Lo dice con estrema chiarezza: "io vi dono sicurezza, affinché comprendiate che dolore e gioia, sofferenza e amore fanno sì che la vostra anima viva intensamente ". Ci si chiede sorpresi come possano stare insieme due realtà che sembrano diametralmente opposte? Appare un paradosso quello che dice la Vergine, mostrando come la sofferenza si accompagni al gaudio e il dolore sia fonte di amore. Come è possibile tutto questo? Ella lo afferma, lo insegna e lo ha vissuto. Sotto la croce il suo dolore di Madre è sconfinato, ma il suo amore per il Figlio in obbedienza alla volontà del Padre la sostiene e le dona la forza dì accogliere la morte del Figlio come un evento di grazia e di salvezza per l'umanità. Proprio in ragione di questa sofferenza vissuta per totale dedizione di amore, Maria diventa partecipe della redenzione di Cristo e si fa nostra corredentrice. Tale congiunzione della massima sofferenza con l'offerta di piena oblazione trasforma il dolore nella suprema grazia della redenzione, che costituisce l'origine della vittoria della vita sulla morte e della gioia sulla sofferenza. In effetti, se ben riflettiamo, il dolore, frutto del peccato e della malvagità del mondo, se viene preso per sé stesso diventa insopportabile e motivo di disperazione e distruzione; ma se invece viene sostenuto, irrorato, animato dall'amore, esso non solo viene vissuto con maggiore serenità, ma porta con sé la forza vitale che consente di non sopraffare il nostro animo ma di essere causa di speranza e di fiducia. D'altronde l'amore, per essere vero ed efficace, deve dimostrare di saper accettare anche il dolore, non fine a sé stesso ma quale segno e testimonianza di un amore talmente grande che sostiene e supera ogni dolore. Questo costituisce il mistero dell’amore immenso attuato nella massima sofferenza della croce vissuta dal Figlio e con lui dalla Madre. Per questo Ella ce lo ripete e desidera inculcarlo nel nostro cuore, per essere, come Lei, addolorati e sereni, sofferenti e fiduciosi, afflitti e vittoriosi. Nel messaggio vi è un altro aspetto che va sottolineato, quando dice: "voi, figli miei, voi dovete preoccuparvi soltanto per la vostra anima, perché essa è l'unica cosa che ci appartiene sulla terra". Parole sacrosante!
Oggi purtroppo non si parla più della salvezza eterna dell'anima, che è lo scopo unico e ultimo della nostra esistenza umana. La Vergine afferma che l'anima costituisce la cosa che ci appartiene quale unica nostra proprietà. Il resto non lo possediamo in proprio ma solo in prestito per la breve durata della esistenza terrena. Da qui l'assoluta importanza di conservare e abbellire la nostra anima quale valore primario per la vita eterna. La Vergine sta qui in mezzo a noi per ricordarci con animo accorato che tutte le cose del mondo, a cui siamo molto attaccati, scompaiono con la morte. Ciò che rimane è il bene vissuto nella fede e nell'amore. Altrimenti l'anima resta "sudicia", infangata nella polvere della terra e priva di quella unica cosa necessaria: la salvezza portata da Cristo e accolta amata vissuta con la pienezza della nostra adesione. O Vergine Maria, ti ringraziamo perché ci riporti ogni volta all'essenziale della vita, disincantandoci dai veleni e dai falsi idoli che vogliono allontanarci dall'amore per tuo Figlio che solamente ci conduce alla beatitudine eterna. Donaci, o Madre pietosa, l'aiuto materno per seguire serenamente e coraggiosamente i tuoi insegnamenti fonte di sapienza e di perenne letizia. O Clemente, o Pia, o dolce Vergine Maria. Amen
* Don RENZO LAVATORI, laureato in teologia e filosofia, membro della Pontificia Accademia di Teologia, docente di Teologia Dogmatica presso la Pontificia Università Urbaniana e altre Università ecclesiastiche di Roma. Conosciuto per numerose pubblicazioni sui temi fondamentali della fede e per le sue trasmissioni mensili a Radio Maria.
Originale sul Blog “Messaggi di Medjugorje“ http://goo.gl/Qnwh5I
|