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LETTERA NATALIZIA PER IL NUOVO ANNO 2011
“Gloria a Dio nel più alto dei cieli e pace in terra agli uomini che egli ama”
(Luca 2,14)
Reverendo Padre Renzo
Ogni anno con l’occasione delle feste natalizie e del capo d’anno ci accorgiamo
che è passato un altro anno della nostra vita, occasione con cui siamo spinti a
fare una retrospezione di ciò che è passato attraverso la purificazione
dell’anima e della mente, e insieme una anticipazione dei progetti, nel limite
della volontà divina, per l’anno che sta per iniziare.
Il presepio con Gesù in fondo ci dà la forza di aver il coraggio di credere nel
perdono divino e di andare avanti nella nostra vita ricordandoci che la gioia
della speranza non è una fiction di un film ma la concretezza della nostra vita.
Il presepio è una fonte di luce che c’illumina ma nello stesso tempo ci fa
vedere le nostre debolezze e anche i nostri passi sbagliati. Il diavolo proprio
quando è scoperto come tale, scompare.
Il nostro timore, causato anche dall’incertezza del futuro, in qualche modo
s’inserisce nella incapacità di mettere tutta la nostra fiducia in Lui. Il
timore impuro, come insegna San Massimo il Confessore, nasce a causa del peccato,
mentre il timore puro e giusto si trova in un forte legame con l’amore: “...il
timore è congiunto all’amore stesso e suscita continuamente nell’anima la pietà
reverenziale, affinché essa, per la famigliarità prodotta dall’amore, non giunga
alla mancanza di rispetto verso Dio” (Char I, 81). Il vero amore caccia il
timore impuro aiutando la persona a non aver paura delle prove d’ogni giorno.
Non dobbiamo celebrare la nascita di Gesù senza essere coscienti dell’importanza
del coraggio nel nostro cammino verso la stella che ci porta a Lui.
“Andarono dunque senz’indugio e trovarono Maria e Giuseppe e il bambino, che
giaceva nella mangiatoia” (Luca 2, 16).
Caro Don Renzo
Quest’anno preghiamo insieme con tutta la Chiesa Cattolica per la testimonianza
cristiana nelle nostre famiglie. Oltre questo aspetto ecclesiastico di
comuniuone fraterna, per me e per la mia futura sposa è un anno importante in
cui, con l’aiuto di Dio, vogliamo mettere in piedi una famiglia cristiana contro
tutte le tentazioni che vogliono rovinare le vere famiglie cristiane.
La famiglia di
Betlemme è santa, modello e ideale per tutte le famiglie. È stata una famiglia
provata dalla povertà, dalla persecuzione, dall’esilio, una famiglia che ha
vissuto sottoponendosi alle leggi della religione e dello stato, ma insieme che
è riuscita a mantenere l’armonia, l’equilibrio e l’indissolubilita, non mancando
certamente i momenti difficili del tempo.
Anch’io con la mia fidantata inizieremo un cammmmino insicuro, come il cammino
di Giuseppe e Maria, che si mettono in viaggio verso Betlemme, accettando le
difficoltà del concomitanti. Arrivatati a Betlemme, stanchi e affamati non
trovano un alloggio sicuro, accontentandosi di una stalla di animali. Come
genitori, anche Maria e Giuseppe avrebbero voluto naturalmente far nascere il
loro figlio in condizioni umanamente più gradevoli.
Abbiamo l’immagine di una bella famiglia: Maria, Giuseppe, il Figlio e tutti gli
altri che gioivano con loro. Maria e Giuseppe erano uniti nella loro comunione
spirituale con la Santa Trinità, perchè il Figlio, senza lasciare il Cielo, è
entrato in modo totale nella famiglia umana. Gesù si matura nella sua famiglia
in „sapienza e grazia” (Luca 2,40) conoscendo e vivendo i problemi e le
preoccupazioni del tempo, lavorando e aiutando la famiglia in cui cresceva.
La nascita di Gesu, oltre la gioia di andare a vederlo, preuppone anche la
vittoria contro la paura dell’ esilio e della persecuzione.
Preghiamo la Madre Santa di condurre i nostri desideri puri a Lui, di aiutarci a
entrare davanti alla mangiatoia per adorare il nostro Salvatore. Con Maria siamo
sicuri che possiamo entrare senza un permesso di ingresso perchè lei è anche la
nostra madre.
A tutti i nostri amici i miei piu sinceri pensieri, la mia preghiera e il mio
caldo saluto di Natale!
Un anno nuovo benedetto, felice nella vera pace del Signore!
Con rispetto e amore filiale,
Cristian Rus
Reghin, 25 dicembre, 2010
“Andiamo fino a Betlemme, vediamo questo avvenimento che il Signore ci ha fatto
conoscere” (Luca 2, 15).
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