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APPROFONDIMENTI

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La pienezza dell'amore di Dio in Cristo crocifisso,

dove si rivela l'amore totale del FIGLIO,

l'amore fecondo del PADRE,

l'amore di effusione dello Spirito Santo

La famiglia di Dio nell’amore del Padre


Dice Gesù: “Nella casa del Padre mio vi sono molti posti” (Gv 14,2). Ciò significa che c’è un posto per tutti e per ognuno, in modo che ciascuno si sente al proprio posto, a proprio agio, pur nella diversità di ogni persona. Così si forma la famiglia di Dio, incentrata sul suo amore, con alcune particolari caratteristiche.

  1. La famiglia vive dell’amore del Padre, nella certezza cioè che Dio ama ogni membro della sua casa. Questo è il fatto liberatore e fonte di ogni guarigione. Certezza non teorica, perché tutti lo sappiamo e lo diciamo che Dio ci ama, ma certezza intima, viva convinzione, esperienza dell’amore del Padre, che supera ogni nostra prospettiva e raggiunge la dimensione dell’infinito, fino a significare la follia dell’amore paterno. Allora ognuno scoprirà la gioia di essere amato dal Padre e il resto assumerà un significato diverso; non sarà più prigioniero del proprio “io” e dei propri giudizi, che non permettono di accettare serenamente nè se stesso nè gli altri, ma sarà abbandonato pienamente nelle braccia amorose del Padre.

  2. La famiglia vive della docilità al Padre : “Il mio cibo è fare la volontà di colui che mi ha mandato” (Gv 4,34). Tutto ha valore secondo la volontà di Dio; secondo la sua infinita sapienza. I figli si lasciano illuminare dai pensieri del Padre, non dai propri; dai suoi progetti, non dai propri interessi. La vita procede conformemente alle indicazioni del Padre, nell’assecondare i suoi desideri, anche più reconditi, senza disgustarlo in niente; infatti solo in lui i componenti della famiglia trovano pace e ordine.

  3. La famiglia vive nell’unità del padre. Il Padre unisce tutti i membri della famiglia come un cuore solo: gli uni negli altri come fratelli viventi dello stesso amore del Padre. Tutti infatti si sentono generati dall’unico Principio della vita, che li unisce saldamente uno con l’altro in modo che uno vede nell’altro le stesse sembianze paterne, al di là delle apparenze. Il volto dolcissimo del Padre viene riflesso nel fratello che è accolto con la disponibilità e docilità riservata al Padre.

  4. La Famiglia vive nella varietà dei doni del padre, senza gelosia, ciascuno è ricolmo dei doni concessi sapientemente dal padre e ne è felice; contempla i doni presenti nei fratelli e ne glorifica il padre, condividendo la medesima gioia e forza: il primo è Cristo e poi gli altri, secondo la misura dell’amore gratuito del Padre, perché tutto è frutto della sua sapienza e del suo ordine. Nessuno si appropria di ciò che appartiene al Padre: tutto deve tornare a gloria del Padre, nella edificazione dei fratelli.

Contemplando il mistero della nascita di Gesù, possiamo vedere la Santa Famiglia di Maria e di Giuseppe come l’immagine terrena e visibile della famiglia di Dio, che si attua anzitutto nella Chiesa quale comunità dei battezzati resi figli dell’unico Padre celeste; poi nella famiglia umana quale piccola chiesa domestica, in cui deve regnare l’amore fondamentale di Dio; anche nelle comunità religiose dei consacrati e delle consacrate, dove vige la comunione fondata unicamente sull’amore di Dio e del prossimo. Ci auguriamo che questo Natale ci conduca a vivere in pienezza questo amore di Dio in modo da farlo regnare nelle nostre case e nei nostri cuori.


(dal libro di Renzo Lavatori, Signore mostraci il Padre, pp. 107-109)
 

Il nuovo volto dell'uomo: figlio diletto di Dio


Gesù ha rinnovato tutto l'uomo in tutte le sue molteplici dimensioni e manifestazioni: il nascere l'amare, il soffrire, il morire e ogni altra realtà che determina l'essere umano. Ma c'è un'esperienza che tocca intimamente l'uomo, allontanandolo da se stesso, dagli altri e da Dio: è il peccato. Esso infatti porta l'uomo a separarsi da Dio e dalla sua volontà salvifica e con ciò ad estraniarsi da se stesso, causando la divisione tra anima e corpo, tra conoscere e volere, fino a condurlo verso una grande sofferenza sia nel corpo come nell'anima. Il peccato conduce anche alla separazione dell'uomo dagli uomini, con quei fenomeni che conosciamo: odio, menzogna, conflitto, ingiustizia, aggressività, incapacità di dialogo e di comprensione, sopraffazione, violenza. Infine esso porta alla divisione e al disordine tra l'uomo e il creato causando la schiavitù della natura e del lavoro, l'oppressione del denaro, la sfrenatezza e l'abuso delle cose create. Questo causa un disordine e uno sconfinamento che porta l'uomo a perdere il senso dell'armonia, della verità e della bellezza.
In tal modo il peccato mette in atto una forza che si manifesta superiore all'uomo stesso. Per questo si richiede una potenza liberatrice più forte del peccato, che possa trasformare e salvare l'uomo da questa schiavitù e dare inizio a un nuovo modo di essere. Il Figlio di Dio, partecipando in modo reale alla condizione umana, la trasforma e la rinnova con la sua infinita potenza. Egli infatti avvicina Dio all'uomo, in modo che l'uomo possa di nuovo comunicare con Dio, fino a formare con lui una intima amicizia di amore. Cristo ha ristabilito l'uomo nella sua dignità originale. Questo nuovo modo di essere dell'uomo nei confronti di Dio indica il nuovo modo di esistere di tutti gli uomini e diventa la causa della loro trasformazione. L'uomo ritrova così il senso di se stesso, il rapporto con gli altri e con il mondo, dopo che ha ritrovato la sua comunione con Dio, in forza dell'incarnazione del Figlio di Dio. Questa segna l'inizio nuovo e definitivo della riconciliazione con l'umanità.
Cristo ha salvato l'uomo nella sua integralità. Tutto ciò che è nell'uomo e attorno all'uomo è stato toccato e trasformato dal Verbo incarnato; tutto è stato redento e rinnovato sin nelle fibre più intime dell'essere; niente dell'uomo si sottrae alla presenza salvatrice di Dio; tutto può essere ricostruito e ricreato in modo che nasca un nuovo essere dell'uomo in senso totale. L'uomo nuovo è l'uomo riconciliato con il Padre, che si sente figlio amato dal Padre e docile alla volontà del Padre.
 


 

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