Approfondimenti
6 / 62 |
FIGLIOLANZA E MATERNITA' DIVINA E UMANA
Maria, figlia
docilissima del Padre Celeste, viene all’ esistenza dal punto di vista umano per
mezzo dei suoi genitori come ogni persona umana, tuttavia è concepita senza
peccato originale, in quanto è Immacolata Concezione. Questo significa che Maria
è stata totalmente avvolta dalla Grazia, dall’Amore e dalla Sapienza del Padre,
come la chiama l’Angelo: “Piena di Grazia!”.Il Padre avvolge di questo amore la
Sua Figliola prediletta e vuole attuare, attraverso di Lei, il suo disegno di
salvezza per gli uomini con l’incarnazione del suo Figlio l’Unigenito. A tale
scopo era necessario preparare una carne umana totalmente santificata, senza che
fosse toccata minimamente dal peccato. E se ne capisce la ragione, perché la
natura umana, che veniva offerta da una creatura, doveva essere unita
ipostaticamente al Verbo di Dio che è Santo, tre volte Santo, come è santo il
Padre e lo Spirito. Perciò la carne umana non doveva essere toccata dal peccato,
perché il peccato è il rifiuto dell’Amore di Dio, della sua Vita, della sua
Verità, della sua Santità. Quindi il Figlio di Dio non poteva unirsi
sostanzialmente a una carne che fosse anche soltanto per un attimo sfiorata
dalla realtà del peccato. Sarebbe come unire due elementi in contrapposizione:
il totalmente e pienamente Santo, che è il Figlio di Dio, e una carne intrisa
del rifiuto di Dio che è il peccato, una cosa metafisicamente impossibile.
Da qui l’ Immacolata Concezione e per questa altissima ragione, Maria, proprio
perché è stata, già dal primo momento, preservata dal peccato per essere la
Madre del Redentore, è chiamata Figlia amatissima del Padre, in quanto nessuna
creatura come lei risplende della santità di Dio. Il Padre si è compiaciuto di
Maria in modo pieno, totale e l‘ha resa idonea, attraverso la pienezza di grazia,
a diventare la Madre del suo Figlio fatto uomo. Perciò l’Immacolata Concezione
costituisce la sua caratteristica fondamentale perché è la condizione
indispensabile per diventare Madre di Cristo.
In Lei si adombra il mistero Trinitario, perché è la Figlia amatissima del
Padre, resa idonea ad essere la madre del Figlio, e ciò avviene nella
adombrazione e nella effusione dello Spirito Santo. Perciò possiamo veramente
vedere come Maria è complementum Trinitatis, Ella a livello umano ha potuto
rispecchiare, nella sua esistenza, nel suo essere, l’infinito amore di Dio
Padre, Figlio e Spirito Santo. Tuttavia questa mancanza di peccato in Maria non
ha distrutto la sua realtà pienamente umana quale donna sensibile, affettuosa,
docile, delicata. Maria non diventa un angelo o un essere puramente spirituale,
è una vera donna ricolmata dalla grazia di Dio, la quale non annulla la sua
femminilità ma la porta alla perfezione, al compimento, alla pienezza, per cui
tutte le sue facoltà, proprie della natura umana, l’ intelletto, la sensibilità,
la liberta, la volontà, sono vissute da Lei nella massima concretezza, ma in
qualche modo maggiorate, vivificate e illuminate dalla totale immersione nella
grazia e nell’amore di Dio Padre.
Quando, ulteriormente, il
Padre manda l’Arcangelo Gabriele per chiedere a Maria il consenso alla maternità
Divina, Maria, come sappiamo, risponde con piena coscienza e libertà dicendo il
suo sì alla volontà di Dio. A questo punto Maria stabilisce un rapporto
profondissimo tra lei e il Padre celeste perché lei, di nuovo effusa di Spirito
Santo, è pronta a dare la propria carne umana perché il progetto del Padre si
possa compiere dietro la sua totale disponibilità : “Ecco sono la serva del
Signore!”. Tutto l’essere di Maria è caratterizzato da una totale e piena unione
con il Padre. Ella vive e agisce nella perfetta sintonia tra la sua volontà e la
volontà del Padre. L’amore del Padre, il progetto del Padre, la verità del Padre
e il pensiero, l’affetto, la generosità di Maria sono perfettamente in armonia
perché ambedue si incontrano per attuare il piano di salvezza del Padre. In
questo senso potremmo dire veramente che il Padre si rivolge a Lei con tutto il
suo trasporto paterno, mentre Maria si affida totalmente al Padre nella adesione
filiale e ossequiosa. E’ come un abbraccio che lega queste due persone in
maniera da produrre misteriosamente, ma realmente, il capolavoro della economia
salvifica: Il Verbo si è fatto carne.
Maria per tutta la sua vita ha vissuto questa dimensione filiale, in forza della
quale il Padre si è sempre compiaciuto con Lei. E qui possiamo contemplare nello
svolgimento della sua esistenza concreta, dalla Immacolata Concezione alla
Annunciazione, alla vita terrena accanto a Cristo, fino alla sua
compartecipazione alla crocifissione del Figlio, il suo “sì” costante,
approfondito, rinnovato, al progetto sapiente del Padre senza venirne meno anche
nei momenti più drammatici e dolorosi. Pertanto Lei ha vissuto quella dimensione
filiale che ha accolto e portato per nove mesi dentro il suo corpo, cioè, la
figliolanza di Gesù. Per questo Maria diventa configurata a Cristo come lo è
ogni cristiano, ma Lei in maniera unica e irrepetibile, coinvolgente, perché
proprio Lei ha detto sempre “sì” al Padre, come Gesù.
Don Renzo Lavatori
6 / 62 |