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Con la glorificazione, avvenuta con la risurrezione, Gesù assume il ruolo di donatore dello Spirito: «Ora io vi dico la verità: è bene per voi che io me ne vada, perché se non me ne vado, non verrà a voi
il Consolatore; ma quando me ne sarò andato, ve lo manderò» (Gv 16,7). È chiara l’allusione al ritorno di Cristo al Padre, che per Giovanni si compie al momento dell’esaltazione di Gesù sulla croce, nel passaggio dalla morte alla risurrezione. Da questo momento inizia l’effusione dello Spirito Santo da parte del Cristo glorificato (cf. Gv 19,30; 20,22).
a. Il Cristo datore dello Spirito
L’incarnazione era avvenuta in virtù dello Spirito Santo o potenza dell’Altissimo (Lc 1,35). La risurrezione si compie in modo analogo, essendo il compimento ultimo di ciò che era iniziato con l’incarnazione. Con la risurrezione, infatti, la divinità prende totalmente possesso della carne umana di Gesù per rivelarsi nella sua luminosità: il corpo, che era servito per velare la figliolanza divina di Cristo, ora diventa il mezzo della sua espressione e risulta elevato alla condizione di esistenza divina. Nella risurrezione l’incontro tra Dio Padre e l’uomo Gesù suo Figlio raggiunge un’unione perfetta, poiché lo Spirito filiale è penetrato pienamente nel la carne umana per trasformarla in modo da partecipare all’essere stesso di Dio.
Una volta inserito nella pienezza della vita divina, con la propria umanità glorificata, Gesù non è solo il soggetto che accoglie lo Spirito, ma diventa essenzialmente il donatore. Infatti, dopo aver ricevuto dal Padre il dono dello Spirito, egli lo trasmette per sua interna disposizione al di fuori di sé, si fa sorgente zampillante del dono eterno verso coloro che condividono la stessa situazione umana e anelano alla vita nuova dei figli di Dio. Da una parte la sua intima comunione con il Padre lo rende partecipe della potenza originaria divina, del suo Spirito d’amore, dall’altra, per la solidarietà che lo lega al la creatura umana di cui egli costituisce il primogenito, è il canale attraverso il quale lo Spirito passa dalla fonte divina all’umanità intera. Egli così si fa origine e strumento dello Spirito che si effonde su gli uomini (cf. 1Cor 15,45).
b. L’effusione dello Spirito nel giorno di Pasqua
Prima Gesù dona la pace, poi mostra le mani e il costato, a cui segue la gioia dei discepoli nel vedere il Signore. Poi conferisce loro la missione, ch’egli a sua volta ha ricevuto dal Padre: «Come il Padre ha mandato me anch’io mando voi» (Gv 20,21b). Così aveva già pregato nel cenacolo: «Come tu mi hai mandato nel mondo, anch’io li ho mandati nel mondo» (Gv 17,18). Con la missione i discepoli so no intimamente uniti a Gesù, con quello stesso profondo legame che unisce Cristo al Padre. Essi in tal modo entrano in comunione con il Padre e, attraverso Cristo, si rapportano a lui quale principio e sorgente ultima della missione.
La missione consiste principalmente nel comunicare la comunione di amore trinitario, nella quale gli uomini trovano la vera riconciliazione con Dio e tra di loro. La remissione dei peccati è precisamente la grazia di poter attuare l’unione con Dio, al di sopra di ogni egoismo umano, quell’unione che raggiunge la profondità del rapporto del Figlio verso il Padre nella potenza vivificante dello Spirito.
A tale scopo è dato lo Spirito Santo: «Dopo aver detto questo, alitò su di loro e disse: Ricevete lo Spirito Santo» (Gv 20,22). Gesù compie un gesto, quello di alitare, a cui accompagna le parole con le quali comunica lo Spirito. Il gesto indica l’infusione della vita. Ma è Dio che in fonde la vita. Gesù risorto è colui che dona la vita come fa Dio, poiché possiede la stessa potenza vivificatrice. Tuttavia questa vita non è tanto a livello naturale della creazione o della vita terrena dell’uomo, ma è la vita dello Spirito, quella vita che è propria di Dio, del suo essere intimo. Essa è data dal soffio eterno che scorre continuamente dal Padre al Figlio e che li rende un solo Spirito vivificante.
Questa è la vita vera, che i discepoli sono stati chiamati a diffondere nel mondo, dopo che essi da Cristo risorto hanno ricevuto in pienezza il soffio eterno della vita, il dono dello Spirito.
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