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LE OPERE DI MISERICORDIA



Sappiamo che esistono sette opere di misericordia corporale: dar da mangiare agli affamati; dar da bere agli assetati; vestire gli ignudi; accogliere i forestieri; visitare gli ammalati; visitare i carcerati; seppellire i morti. Accanto a queste ci sono le opere di misericordia spirituale: consigliare i dubbiosi; insegnare agli ignoranti; ammonire i peccatori; consolare gli afflitti; perdonare le offese; sopportare pazientemente le persone moleste; pregare Dio per i vivi e per i morti.
Oggi queste determinazioni sono alquanto superate, ma resta sempre l’impegno di compiere opere di bene verso i fratelli più bisognosi sia nel corpo sia nell’anima. Allora potremo indicare le opere di misericordia con un’altra espressione più significativa: per quanto riguarda le opere corporali si potrebbe dire: prendersi cura della persona; mentre per quelle spirituali: prendersi cura del cuore.
Occorre prendere in esame alcune notificazioni per comprendere e vivere in senso pieno e cristiano le opere di misericordia con tre atteggiamenti fondamentali:
1. Anzitutto occorre coltivare ed educare il nostro comportamento quando ci apprestiamo a compiere qualche buona azione. Esso deve abbracciare tre atteggiamenti fondamentali: quando si incontra una persona bisognosa, subito è necessario vedere ciò di cui necessita, cioè rendersi conto realisticamente della situazione in cui essa si trova per avere una chiara percezione della sua particolare condizione.
2. Dalla visione consegue il sentimento che deve sorgere in noi e che si chiama avere compassione, cioè provare un senso sincero della misera e povera situazione sia di malattia sia di altri bisogni materiali, come un moto interiore di compartecipazione al suo stato di sofferenza in modo che questa si ripercuota in noi in una forma di solidarietà come se fossimo noi stessi colpiti da quel disagio.
3. Il terzo atteggiamento è conseguente ai primi due, spingendo a fare qualcosa di concreto per aiutare il sofferente, cercando di venire incontro ai suoi veri bisogni più urgenti e dolorosi. Dal vedere al compatire si passa all’agire. Questi tre momenti necessitano di essere tutti presenti e complementari affinché l’opera di misericordia sia autenticamente efficace e valida anche dal punto di vista cristiano.
Se abbiamo solo il primo atteggiamento di vedere senza compatire, ci rendiamo conto della realtà, restando però indifferenti come qualcosa che non ci riguarda e che possiamo tranquillamente trascurare; se sentiamo compassione ma non passiamo all’azione, quel sentimento rimane inutile e inefficace; se invece ci muoviamo subito ad agire senza scoprire e individuare la realtà di sofferenza in cui si trova il malcapitato, facciamo dei gesti e degli atti che non sono conformi ai suoi veri bisogni e possiamo offrire un aiuto non adeguato e insoddisfacente. D’altra parte, avendo visto bene di che cosa si tratta e sentendone compassione, andiamo incontro al prossimo con un’azione precisa che si concretizza al suo bene e al suo ristoro confortevole. Questa è in senso pieno un’opera di misericordia: vedere-compatire-agire.

Ora passiamo a prendere in esame le opere corporali, con alcune precisazioni di fondo molto importanti. A tale scopo determiniamo il senso dell’espressione prendersi cura della persona. Chi è la persona? Cosa s’intende? Essa è un soggetto pensante, amante, volente e perciò degno di rispetto. La persona è anche creata a immagine di Dio e resa figlia di Dio in Cristo e perciò degna di ammirazione. Come relazionarsi ad una persona? Quali gli atteggiamenti in rapporto ad essa? Anzitutto bisogna accoglierla come essa si trova nella sua propria situazione; inoltre occorre conoscerla nei suoi aspetti molteplici e nei suoi particolari bisogni; infine amarla con sentimenti di compassione e tenerezza nei suoi confronti. Ci si chiede anche: cosa significa: prendersi cura? A questo punto l’impegno diventa più profondo perché prendersi cura comporta donarsi a lei con il tempo e l’attenzione dovuti, con sensibilità e avvedutezza; inoltre comporta donare ciò di cui ha concretamente bisogno e non pensare ad altre cose che non le sarebbero utili; infine provvedere alla sua ricostruzione totale e non abbandonarla a se stessa, perché nell’atto materiale è importante ricercare e risalire al bene vero e profondo del bisognoso.

Dopo queste precisazioni passeremo ad analizzare ogni singola opera di misericordia corporale, passando poi ad analizzare le opere di misericordia spirituale.

Don Renzo Lavatori


 

 

 

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