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Dalla «Lettera a tutti i fedeli» di san Francesco d’Assisi


(Opuscoli, ed. Quaracchi 1949, 87-94)

Dobbiamo essere semplici, umili e puri

Il Padre altissimo fece annunziare dal suo arcangelo Gabriele alla santa e gloriosa Vergine Maria che il Verbo del Padre, così degno, così santo e così glorioso, sarebbe disceso dal cielo, e dal suo seno avrebbe ricevuto la vera carne della nostra umanità e fragilità. Egli, essendo oltremodo ricco, volle tuttavia scegliere, per sé e per la sua santissima Madre, la povertà.
All’approssimarsi della sua passione, celebrò la Pasqua con i suoi discepoli. Poi pregò il Padre dicendo: «Padre mio, se è possibile, passi da me questo calice» (Mt 26, 39).
Pose tuttavia la sua volontà nella volontà del Padre. E la volontà del Padre fu che il suo Figlio benedetto e glorioso, dato a noi e nato per noi, offrisse se stesso nel proprio sangue come sacrificio e vittima sull’altare della croce. Non si offrì per se stesso, non ne aveva infatti bisogno lui, che aveva creato tutte le cose. Si offrì invece per i nostri peccati, lasciandoci l’esempio perché seguissimo le sue orme (cfr. 1 Pt 2, 21). E il Padre vuole che tutti ci salviamo per mezzo di lui e lo riceviamo con puro cuore e casto corpo.
O come sono beati e benedetti coloro che amano il Signore e ubbidiscono al suo Vangelo! È detto infatti: «Amerai il Signore Dio tuo con tutto il cuore e con tutta la tua anima, e il prossimo tuo come te stesso» (Lc 10, 27). Amiamo dunque Dio e adoriamolo con cuore puro e pura mente, perché egli stesso questo ricerca sopra ogni cosa quando dice «I veri adoratori adoreranno il Padre in spirito e verità» (Gv 4, 23). Dunque tutti quelli che l’adorano devono adorarlo in spirito e verità. Rivolgiamo a lui giorno e notte lodi e preghiere, perché dobbiamo sempre pregare e non stancarci mai (cfr. Lc 18, 1), e diciamogli: «Padre nostro, che sei nei cieli» (Mt 6, 9).
Facciamo inoltre «frutti degni di conversione» (Mt 3, 8) e amiamo il prossimo come noi stessi. Siamo caritatevoli, siamo umili, facciamo elemosine perché esse lavano le nostre anime dalle sozzure del peccato.
Gli uomini perdono tutto quello che lasciano in questo mondo. Portano con sé solo la mercede della carità e delle elemosine che hanno fatto. È il Signore che dà loro il premio e la ricompensa.
Non dobbiamo essere sapienti e prudenti secondo la carne, ma piuttosto semplici, umili e casti. Non dobbiamo mai desiderare di essere al di sopra degli altri, ma piuttosto servi e sottomessi a ogni umana creatura per amore del Signore. E su tutti coloro che avranno fatte tali cose e perseverato fino alla fine, riposerà lo Spirito del Signore. Egli porrà in essi la sua dimora ed abitazione. Saranno figli del Padre celeste perché ne compiono le opere. Saranno considerati come fossero per il Signore o sposa o fratello o madre.




Protesta all’Angelo Custode di S. Carlo Borromeo (1538-1584)



Nel nome della Santissima Trinità, Padre, Figlio e Spirito Santo, Io N., miserabile peccatore, protesto in vostra presenza o Santo Angelo di Dio, mio fedele custode:
1. Che voglio morire nella sola vera Fede che insegna la Santa Chiesa cattolica, apostolica, romana, nella quale sono morti tutti i Santi e fuor della quale non c’è salvezza.
2. Protesto ancora, o mio santo Angelo, che, aiutato e sostenuto dalla vostra protezione, voglio lasciare questa vita animato da una grande confidenza nella misericordia di Dio, malgrado la moltitudine e la gravità dei miei peccati, credendo fermamente che una sola goccia del Sangue preziosissimo di Nostro Signore basti a cancellare non solo i miei peccati, ma quelli del mondo intero.
3. Protesto parimenti, o beato Angelo, di avere un gran desiderio, nonostante l’enormità dei miei crimini, di partecipare ai meriti infiniti di nostro Signore Gesù Cristo, la cui tenerezza e misericordia non rigettano mai nessuno. Oh, come vorrei non aver mai offeso il mio Dio! Io lo amo al di sopra di tutto e desidero amarLo sempre più. Mi pento di tutto cuore, perdono volentieri a tutti coloro che mi hanno contristato e getto tutti i miei peccati nel Cuore adorabile di Gesù, affinché Egli si degni di cancellarli per sempre.
4. Vi scongiuro, altresì, o mio fedele Custode, di supplicare in mio favore la divina misericordia, affinché si degni di ricevermi nel numero di quei Beati che ha predestinati da tutta l’eternità e che sono già nella Sua gloria. E protesto ancora che, per ottenere una grazia così preziosa dall’infinta bontà di Dio, sono pronto a soffrire non solo tutte le pene di questa miserabile vita, ma ancora tutte quelle del purgatorio, fino al giorno del giudizio universale.
5. Infine, o mio amatissimo e sapientissimo Custode, protesto di costituirvi come esecutore delle mie ultime volontà.
Ottenetemi, ve ne prego, dal mio Dio queste ultime tre grazie: la prima, che non esca da questa vita senza aver ricevuto degnamente i Sacramenti della Chiesa; la seconda, che Nostro Signore Gesù Cristo si degni di addolcire e calmare i dolori della mia anima con una di quelle lacrime e di quei sospiri che Egli ha emesso sulla croce; e che la sua dolcissima Madre, abbassando su di me uno di quei teneri sguardi che ai piedi della croce Ella rivolgeva al suo diletto Figlio morente, si degni di ammettermi nel numero di coloro che, sotto la sua protezione, ottengono l’eterna ricompensa nel giorno del giudizio; la terza, infine, è che voi, mio santo Angelo e fedele Custode, vi degniate di soccorrermi nell’ultima ora in cui la mia anima si separerà dal corpo, e che mi rendiate propizio Gesù Cristo mio giudice, il cui Cuore sulla croce ardeva dal desiderio bruciante di salvare i poveri peccatori.
Custodite, dunque, la mia anima che vi è stata affidata, o mio tenerissimo Custode, e quando lascerà la prigione del suo corpo, degnatevi di rimetterla nelle mani del Suo Creatore e Redentore, affinché con Voi e con tutti i Santi del Cielo possa gioire della Sua presenza, amarLo perfettamente e possederLo pienamente per tutta l’eternità. Così sia.


Il Verbo di Dio che abita i cieli altissimi è fonte di sapienza


(Capp. 59, 2 – 60, 4; 61, 3; Funk 1, 135-141)

Dalla «Lettera ai Corinzi» di san Clemente I, papa

Gesù Cristo, Figlio diletto di Dio, ci ha chiamati dalle tenebre alla luce, dall’ignoranza alla conoscenza del suo nome glorioso; perché possiamo operare nel suo nome, che è all’origine di ogni cosa creata.
Per mezzo suo il creatore di tutte le cose conservi intatto il numero dei suoi eletti, che si trovano ovunque per il mondo. Ascolti la preghiera e la supplica che ora noi di cuore gli innalziamo:
Tu hai aperto gli occhi del nostro cuore perché conoscessimo te solo, Altissimo, che abiti nei cieli altissimi, Santo tra i santi. Tu abbatti l’arroganza dei presuntuosi, disperdi i disegni dei popoli, esalti gli umili e abbatti i superbi, doni la ricchezza e la povertà, uccidi e fai vivere, benefattore unico degli spiriti e Dio di ogni carne (cfr. Is 57, 15; 13, 1; Sal 32, 10, ecc.).
Tu scruti gli abissi, conosci le azioni degli uomini, aiuti quanti sono in pericolo, sei la salvezza di chi è senza speranza, il creatore e il vigile pastore di ogni spirito. Tu dai incremento alle nazioni della terra e tra tutte scegli coloro che ti amano per mezzo del tuo Figlio diletto Gesù Cristo, per opera del quale ci hai istruiti, santificati, onorati.
Ti preghiamo, o Signore, sii nostro aiuto e sostegno. Libera quelli tra noi che si trovano nella tribolazione, abbi pietà degli umili, rialza i caduti, vieni incontro ai bisognosi, guarisci i malati, riconduci i traviati al tuo popolo. Sazia chi ha fame, libera i nostri prigionieri, solleva i deboli, dà coraggio a quelli che sono abbattuti.
Tutti i popoli conoscano che tu sei il Dio unico, che Gesù Cristo è tuo Figlio, e noi «tuo popolo e gregge del tuo pascolo» (Sal 78, 13).
Tu con la tua azione ci hai manifestato il perenne ordinamento del mondo. Tu, o Signore, hai creato la terra e resti fedele per tutte le generazioni. Sei giusto nei giudizi, ammirabile nella fortezza, incomparabile nello splendore, sapiente nella creazione e provvido nella sua conservazione, buono in tutto ciò che vediamo e fedele verso coloro che confidano in te, o Dio benigno e misericordioso. Perdona a noi iniquità e ingiustizie, mancanze e negligenze.
Non tener conto di ogni peccato dei tuoi servi e delle tue serve, ma purificaci nella purezza della tua verità e guida i nostri passi, perché camminiamo nella pietà, nella giustizia e nella semplicità del cuore, e facciamo ciò che è buono e accetto davanti a te e a quelli che ci guidano.
O Signore e Dio nostro, fa’ brillare il tuo volto su di noi perché possiamo godere dei tuoi beni nella pace, siamo protetti dalla tua mano potente, liberati da ogni peccato con la forza del tuo braccio eccelso, e salvati da coloro che ci odiano ingiustamente.
Dona la concordia e la pace a noi e a tutti gli abitanti della terra, come le hai date ai nostri padri, quando ti invocavano piamente nella fede e nella verità. Tu solo, o Signore, puoi concederci questi benefici e doni più grandi ancora.
Noi ti lodiamo e ti benediciamo per Gesù Cristo, sommo sacerdote e avvocato delle nostre anime. Per mezzo di lui salgano a te l’onore e la gloria ora, per tutte le generazioni e nei secoli dei secoli. Amen.



 

 

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