Approfondimenti
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Nel concilio Vaticano II sono presenti delle linee orientative su questa tematica; ci sono almeno sei citazioni esplicite che richiamano il legame tra lo Spirito Santo e Maria, nel capitolo VIII della Lumen gentium. 1 Anche il Catechismo della Chiesa cattolica (nn.
721-726) ne delinea alcune interessanti raffigurazioni.
Da questi testi, suffragati dal vangelo, si possono ricavare tre caratteristiche fondamentali che descrivono il rapporto che unisce lo Spirito Santo con la Vergine santa: a) Maria è «sposa» dello Spirito Santo; b) è «discepola» dello Spirito Santo; c) infine è «icona» dello Spirito Santo.
a. Maria «sposa castissima» dello Spirito Santo
Maria è «sposa» dello Spirito Santo in quanto è stata totalmente ricolmata e plasmata da lui, che ha fatto di lei un vero capolavoro della grazia divina.
Infatti ella è «piena di grazia» fin dal suo concepimento immacolato. Tale pienezza di grazia va intesa come una totale consacrazione dell’essere di Maria dalla santità dello Spirito di Dio; ella è stata immersa, battezzata, dalla presenza santificatrice dello Spirito Santo, che l’ha resa priva di peccato e perciò degna di diventare la madre del Verbo incarnato. Tale santificazione non l’ha depauperata della sua realtà umana, anzi l’ha perfezionata, facendola aperta e sensibile a tutte le caratteristiche proprie dell’essere umano sia nei confronti di Dio che di se stessa, degli altri e del mondo. L’ ha trasformata in nuova creatura, in un profondo equilibrio fisico e psichico e spirituale, configurandola
al Figlio suo, nuovo Adamo.
Anche la maternità divina di Maria è opera dello Spirito Santo, come dice Luca: «Lo Spirito Santo scenderà su di te, su te stenderà la sua ombra la potenza dell’Altissimo. E perciò colui che nascerà sarà santo e chiamato Figlio di Dio» (Lc 1,35). Lo Spirito di nuovo agisce sull’essere purissimo di Maria, rendendo la sua carne idonea a concepire e partorire il Figlio di Dio fatto uomo, senza intervento di altra creatura umana. Si tratta della maternità verginale di Maria, da cui nasce il Verbo incarnato, uomo e Dio, una persona in due nature, come ha dichiarato la Chiesa. Insondabile e ineffabile mistero dell’unione profondissima tra lo Spirito e Maria!
In particolare ciò costituisce la sua consacrazione santificante, in modo che lei appartiene totalmente, unicamente allo Spirito Santo. Lui ne è il detentore esclusivo e nessun altro può intromettersi nel determinante legame che unisce inseparabilmente l’uno all’altra. Da qui si capisce il senso coinvolgente della sua verginità, in quanto Maria non può essere afferrata da nessuna creatura umana, poiché è tutta dello Spirito Santo, quale suo capolavoro di santificazione in pienezza. Il mistero di Maria consiste propriamente nel fatto che è Madre di Dio per opera dello Spirito Santo ed è vergine sempre per l’azione del medesimo Spirito. In lei si congiungono due aspetti umani per sé contrapposti: la maternità e la verginità. Se si guardano le cose dal punto di vista naturale, queste due caratteristiche risultano incompatibili; in Maria non lo sono, perché quello che è impossibile per le forze dell’uomo, resta possibile all’infinita potenza di Dio. Niente è a lui inattuabile. Per questa ragione l’opera più straordinaria e meravigliosa che lo Spirito Santo ha potuto compiere è esattamente la maternità verginale di Maria.
Analogamente la maternità ecclesiale di Maria è opera dello Spirito Santo, come attesta il Vangelo di Giovanni (19,25-27): sotto la croce di Gesù stava sua madre, con altre pie donne. Gesù dice alla madre: «Ecco il tuo figlio», indicando il discepolo lì accanto. Sono parole di alto valore spirituale e teologico, dette con autorevolezza e in modo solenne, che rivelano l’ultima volontà di Gesù: questo è il tuo figlio, il tuo nuovo figlio, al mio posto.
Si trattava, per Maria, di trasferire la sua maternità da Gesù al discepolo. Non è una cosa da poco: accogliere il discepolo come fosse Gesù, con lo stesso amore e la stessa disponibilità di cuore. Subito dopo, «Gesù, sapendo che ogni cosa era stata compiuta, disse per adempiere la Scrittura: Ho sete […]. E dopo aver ricevuto l’aceto, disse: Tutto è compiuto. E, chinato il capo, spirò (emisit spiritum; parèdoken tò pnèuma)» (Gv 19,30). Il significato immediato e letterale è «quello che ha dato l’ultimo respiro, è morto». Ma i padri della Chiesa, e anche alcuni teologi moderni, vi vedono un gesto più significativo nel contesto della teologia giovannea: il dono dello Spirito di Gesù a sua madre e al discepolo, proprio in vista di renderli capaci di essere madre e figlio, di attuare una nuova maternità e figliolanza spirituale. Dunque la maternità ecclesiale di Maria è frutto dello Spirito emesso da Gesù morente e innalzato sulla croce. Si tratta non di un legame a livello umano e carnale, ma di un’unione nello Spirito di Cristo che fa di Maria la Madre della Chiesa, lo stesso Spirito che l’aveva resa Madre di Dio.
b. Maria «discepola docilissima» dello Spirito Santo
Maria è «discepola» dello Spirito Santo, in quanto lo Spirito Santo è il maestro interiore che illumina la sua mente, ispira la sua volontà e muove tutto il suo essere ad agire in conformità al piano di Dio, rendendola strumento della divina presenza tra gli uomini.
Ciò si vede molto bene nel Vangelo di Luca: Maria accoglie il Verbo di Dio nel suo seno, dicendo: «Sia fatto di me secondo la tua parola». Prima dell’accoglienza fisica, Maria ha aperto totalmente il proprio cuore alla parola di Dio con la fede, dopo che lo Spirito l’aveva santificata e plasmata in vista di tale evento.
Poi Maria si mette in viaggio per visitare Elisabetta. Anche qui ella è mossa dalla potenza dell’Altissimo, che la sospinge all’incontro fraterno, per comunicare il dono che porta in sé frutto dello Spirito Santo. Tanto è vero che Elisabetta, «appena ebbe udito il saluto di Maria, il bambino le sussultò nel grembo, e, piena di Spirito Santo, esclamò a gran voce» (Lc 1,41-42). In tal modo la Vergine Madre si fa strumento dello Spirito per realizzare il disegno salvifico del Padre, e «comincia a mettere in comunione con Cristo gli uomini, oggetto dell’amore misericordioso di Dio» (CCC 725).
Sotto l’azione di questo medesimo Spirito, Maria esplode nel canto di lode e di ringraziamento al Signore: «L’anima mia magnifica il Signore e il mio spirito esulta in Dio mio salvatore» (Lc 1,46-47). È l’esultanza nello Spirito, che muove il suo cuore e lo fa vibrare dell’amore grato e umile verso Dio, invitando tutte le creature umane a unirsi alla sua preghiera.
Ne segue che tra Maria e lo Spirito Santo si stabilisce un vincolo vitale, in modo che ella ne sia totalmente ricolmata e vivificata nella piena responsabile docilità. In tutti i suoi pensieri, i suoi sentimenti e i suoi comportamenti Maria rimane costantemente
illuminata, sorretta, guidata dallo Spirito. In lei niente sta al di fuori della sua divina «adombrazione». In nessun modo e in nessun tempo Maria può porre un pensiero o fare un atto prescindendo dall’unione che la lega liberamente allo Spirito Santo. Tutto ciò non significa che diventa un automa e un soggetto inconsapevolmente trainato; al contrario, è pienamente cosciente di sé, delle proprie responsabilità a ogni livello dell’umano vivere, ma si muove e agisce nella docilità, nella corrispondenza ai suggerimenti interni dello Spirito. I due, lo Spirito e Maria, ciascuno nella propria peculiarità, concorrono e cooperano responsabilmente e armonicamente nel contesto dell’avvenimento di salvezza che è l’incarnazione e la redenzione del Verbo. Dietro l’ammaestramento del Paraclito e con la sua fedele assistenza ella si lascia educare e, da buona discepola, procede al suo seguito fino all’estrema oblazione di sé sotto la croce, senza perdere mai la dolcezza e
fermezza materna.
c. Maria «icona perfettissima» dello Spirito Santo
Maria si può chiamare «icona» dello Spirito Santo, cioè la sua immagine, la sua somiglianza perfetta, in quanto riproduce in sé i lineamenti che sono propri della terza persona della Trinità e ne diventa la viva manifestazione e l’irradiazione nella Chiesa e davanti al mondo.
Lo Spirito Santo, nella sua costituzione divina ed eterna, è il legame personale di unione e di amore tra Padre e Figlio, è la loro reciproca effusione eternamente beatificante e sussistente, è il loro dono-persona che li unisce in un abbraccio di donazione dell’uno
verso l’altro, dell’uno nell’altro, senza tuttavia essere mai confusi l’uno con l’altro. Nello Spirito Santo il Padre e il Figlio si contemplano e si amano come un solo Spirito, pur rimanendo perfettamente distinti nelle loro singole persone.
Ora Maria, nell’evento dell’incarnazione, costituisce il luogo terreno, l’ambiente di accoglienza, la persona umana dove il Padre e il Figlio incarnato possono trovarsi uniti e totalmente immersi l’uno nell’altro, protesi l’uno verso l’altro, come in seno alla Trinità in forza della persona dello Spirito Santo. Nella carne purissima di Maria, a causa dell’unione della natura umana con il Verbo, il Padre può dire a suo Figlio fatto uomo: Tu sei mio Figlio, amato e benedetto! E il Verbo incarnato può abbandonarsi al Padre nella piena disponibilità filiale: Ecco, sono venuto nel mondo per fare la tua volontà! Maria dunque, con la sua umanità santificata dallo Spirito, permette che il colloquio eterno di effusione reciproca tra Padre e Figlio non venga meno, anche dopo l’incarnazione. In lei i due si trovano congiunti e inseparabili su questa terra, come in cielo lo sono nello Spirito Santo. In tal modo si può dire che «in Maria, lo Spirito Santo manifesta il Figlio del Padre divenuto Figlio della Vergine. Ella è il roveto ardente della Teofania definitiva: ricolma di Spirito Santo, mostra il Verbo nell’umiltà della sua carne» (CCC 724).
Lo Spirito Santo è anche la forza divina che unisce i discepoli a Cristo, rendendoli docili alla sua Parola, fedeli alla sua Verità, forti nella sua testimonianza, secondo le promesse fatte da Cristo nel cenacolo prima della sua passione. Lo Spirito configura ogni discepolo a Cristo, formando il suo corpo mistico che è la Chiesa. Maria svolge la medesima funzione, come si vede sotto la croce: prende Giovanni come suo figlio, spiritualmente trasformato in Cristo. In Giovanni ella scopre i lineamenti di Gesù stesso e il suo
compito materno è proprio quello di tenere uniti i due volti, in modo da farne un unico spirito, che forma un’unica immagine. Nel cristiano così risplende la figura di Gesù.
Lo Spirito Santo inoltre compie l’azione di unire i discepoli tra di loro; egli è il vincolo di unione nella Chiesa a tutti i livelli; il principio di coesione tra tutte le diverse membra che compongono il corpo sociale di Cristo, adornandolo di vari carismi e ministeri. Egli forma così la Chiesa una e santa. Anche Maria è colei che unisce i discepoli tra di loro, come si vede a Pentecoste nel cenacolo, aiutandoli a essere un cuore solo e un’anima sola, nella preghiera comune e nell’ascolto della Parola di suo Figlio.
È veramente sorprendente l’analogia che esiste tra lo Spirito Santo e la Vergine. Per questo Maria è detta «Sposa» dello Spirito Santo, sua stretta collaboratrice, sua splendente raffigurazione umana, sua immacolata interprete e mediatrice tra gli uomini. Ad
Spiritum Sanctum per Mariam et cum Maria.
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