| Re: Cosa accadra' dopo la morte? 27 ott, 2010 | Don Renzo | | | La posizione dei Testimoni di Geova circa la vita dopo la morte non corrisponde nè alle parole della Scrittura e di Cristo stesso, nè alla dottrina della Chiesa. Secondo il Vangelo e la tradizione dei Padri della Chiesa e dei documenti dei Concili e del Magistero, la concezione esatta è la seguente: con la morte si attua la separazione provvisoria dell'anima dal corpo secondo la composizione della persona umana. L'anima subito si presenta davanti al Signore per il Giudizio detto "Particolare o Personale" secondo il quale nella luce della verità divina l'anima viene destinata o direttamente in paradiso, se è trovata tutta santa, oppure al purgatorio, se deve ancora purificare alcune mancanze leggere o alcuni difetti per essere totalmente santificata e degna della visione beatifica di Dio; se l'anima invece è giudicata da Dio degna della condanna eterna, allora precipita subito all'inferno. Mentre il corpo umano, distaccato dall'anima, è sottoposto alla corruzione sotto terra in attesa della risurrezione finale della carne quando Cristo tornerà nella sua gloria a giudicare i vivi e i morti. Tra la morte e la resurrezione dei corpi esiste questo "tempo intermedio" durante il quale l'anima, separata dal corpo vive la propria situazione, come si è detto, o al paradiso o al purgatorio o all'inferno, in attesa di ricongiungersi con il proprio corpo alla fine dei tempi quando ci sarà la resurrezione della carne. In quell'ora si attuerà un Giudizio detto "Universale o Pubblico" in cui tutte le creature umane saranno riconosciute nella loro maturità spirituale davanti alla suprema Giustizia di Dio e davanti a tutta l'umanità. In quel momento la storia umana avrà trovato il compimento e gli uomini possiederanno di nuovo il corpo proprio con cui sono vissuti su questa terra. Tutti i corpi risorgeranno per unirsi alle corrispettive anime, ma alcuni per la gloria eterna se sono degni della Santità Divina e altri alla condanna eterna se sono giudicati indegni di quella stessa Santità Divina.
Da quì si capisce la preghiera per i defunti che sono in purgatorio e che hanno bisogno dei nostri suffragi per abbreviare il tempo della loro purificazione. Questa pratica verso i defunti è stata attuata sia nell'Antico Testamento sia poi nel Nuovo Testamento e nella tradizione più antica della Chiesa. Mentre il culto dato ai Santi è riservato a quelle anime che sono vissute nella piena configurazione a Cristo e nella totale sottomissione alla volontà di Dio. Se invece, come dicono i Testimoni di Geova, tutto l'essere umano è distrutto con la morte, il suffragio per i defunti e il culto per i Santi non ha più senso di sussistere. Ma così si nega tutta la tradizione cristiana. | |
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