| Re: Come intendere la identificazione dei poveri con Cristo? 22 mar, 2017 | Don Renzo | | | Caro Giacomo,
il Papa fa suo questo testo di Matteo e ripete spesso l’affermazione di vedere nella carne dei poveri Cristo stesso. Ma occorre distinguere il senso analogico della parola “identificazione”. Infatti vi è un’identificazione fisica come se Cristo fosse realmente il povero, ma questa spiegazione non è giusta perché Cristo è unico in se stesso e solo Lui ha un corpo proprio che non può confondersi o identificarsi con nessun altro in quanto singolarmente Egli è il Verbo Incarnato. Vi è poi un’identificazione sacramentale e questa si verifica soltanto nella santa eucaristia, quando in forza della transustanziazione avvenuta nella consacrazione della Messa il pane e il vino si trasformano realmente nel corpo e nel sangue di Gesù. Perciò nell’eucaristia vi è una reale presenza del Cristo morto e risorto. Vi è anche un’identificazione mistica e questa si attua nel cristiano che vive in unione con Cristo in forza del battesimo, per mezzo del quale si configura a Cristo ma non si identifica a Lui. Infine vi è una certa similitudine sociale e questa riguarda propriamente i poveri in spirito e sofferenti nel corpo, i quali Lo rappresentano ma non possono essere confusi con Cristo. Solo se si tiene conto di questa diversa considerazione possiamo precisare che esclusivamente in quest’ultimo significato nel povero possiamo riconoscere Gesù ma non si può parlare assolutamente di un’identificazione fisica o sacramentale. Perciò le parole del Papa vanno intese con questa determinazione che permette una certa somiglianza tra i poveri e Gesù che va accolta e rispettata e servita ma in nessun modo si può intendere come un’ identificazione fisica o concreta.
Don Renzo
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