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F O R U M




 
Il Battesimo toglie il peccato originale?
 13 feb, 2019
Ruggiero  
 

Buona sera don Renzo e buon anno. Domani celebriamo il Battesimo della prima nipotina Nora. Da giorni desideravo invarle auguri e insieme un piccolo quesito. Il ns diacono ha curato la catechesi di formazione dei miei ragazzi e tra le varie cose ha curato il passaggio del peccato originale. Naturalmente ho poi dialogato con mia figlia che mi ha fatto una sintesi. Mi sono sorti 2 dubbi certamente legati ad un mia formazione ormai superata e obsoleta, che Le chiedo cortesemente se mi puo' chiarire. 1) Il battesimo toglie o non toglie il peccato originale contratto e non commesso, inteso questo come soggiogamento alla schiavitu' del maligno? 2) Tutto il racconto delle origini in GENESI, capitolo in cui si narra di Adamo ed Eva e' totalmente simbolico? La ringrazio se mi dara' un po' di aggiornamento visto che sto' ormai diventando vetusto e le auguro i migliori auguri che Dio la mantenga a lungo in buona salute. Buona notte. Grazie.
 
     
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  Re: Il Battesimo toglie il peccato originale?
  13 feb, 2019
Don Renzo  
 
 
 
Caro Ruggero, grazie dei tuoi auguri che ricambio di cuore nella unione di preghiera in Cristo Signore nostro redentore e salvatore.
Per quanto mi chiedi nelle tue due domande, ecco quello che posso dirti nella luce della divina Rivelazione:

1. Anzitutto la prima domanda sul peccato originale: esso costituisce l'effetto della disobbedienza dei nostri progenitori al comando del Creatore. Tale peccato ha macchiato la natura umana, di cui Adamo era il rappresentante, rendendola schiava del peccato, quale rifiuto di Dio sommo bene, amore e verità, vita immortale. Tale stato di disordine e di schiavitù del peccato, della morte e delle potenze malefiche si è ripercosso sulla natura umana, colpendo tutti coloro che ne verranno a far parte, sebbene non ne siano personalmente responsabili, ma è un peso che essi portano e che si riflette sul loro modo di essere e di vivere, proprio perchè quel disordine originale ha causato uno sconvolgimento generale, avendo estromesso dal mondo l'adesione al Creatore, causando perciò la menzogna, l'odio, la morte, la schiavitù del male e di ogni avversità, in quanto la creatura umana si è opposta alla vita, all'amore, alla verità, al bene, cioè a Dio, avendolo rifiutato. Proprio il Cristo, il Verbo incarnato e inviato dal Padre, ha compiuto l'opera preziosissima e meravigliosa di liberarci da questa oppressione e sofferenza, con la sua passione-morte-risurrezione, sconfiggendo l'antico avversario, cioè il diavolo e la morte. Tale atto di redenzione, compiuto una volta per tutte da Cristo, si attua per ogni singolo essere umano al momento del battesimo, in cui la grazia redentrice di Cristo viene riversata su di lui e lo libera dalla schiavitù del male. Perciò il battesimo cristiano costituisce una vera rinascita, rinnovamento, rigenerazione dell'uomo in tutto il suo essere e agire. Una volta liberato, diventa una creatura nuova cioè figlia di Dio, in partecipazione all'essere del Figlio incarnato Gesù ed è inserita nella comunità cristiana che è la Chiesa. Queste non sono pie fantasie, ma la realtà più bella e più concreta che il battesimo compie in noi. L'importante che noi la accogliamo nella fede e la viviamo dentro e fuori di noi.

2. La seconda domanda riguarda il linguaggio simbolico della Bibbia. Anche qui bisogna precisare bene. Il racconto genesiaco del peccato originale non è una invenzione dello scrittore sacro, ma risponde ad un fatto realmente accaduto e di cui tutti facciamo esperienza del male che sperimentiamo in noi e nel mondo. Il male non può venire da Dio, che è sommo Bene, ma propriamente dal peccato umano, origine di ogni disordine e malvagità, anticipato dal peccato angelico. Ora il racconto biblico usa un linguaggio allegorico, non perché non è reale quello che dice, ma per farsi capire meglio senza vane elucubrazioni. Per es. quando parla del serpente, è chiaro che non si riferisce all'animale, ma indica un essere parlante e agente, che istiga al peccato e che Gesù stesso chiama "diavolo", come anche l'Apocalisse al cap. 12. Similmente quando dice dell'albero della conoscenza del bene e del male, non si tratta di una pianta concreta, ma sta ad indicare la facoltà di conoscere il bene e il male, che spetta unicamente a Dio, e che la creatura umana non può impossessarsene; il frutto poi che è stato mangiato non è la mela, ma l'effetto dell'atto di presunzione compiuto dai progenitori di farsi come Dio, cioè mettersi al posto di Dio e non riconoscere la loro realtà di creature inferiori al Creatore, credendo alle parole menzognere del serpente: "non morirete, ma diventerete come Dio", mentre Dio aveva detto loro chiaramente: "se ne mangiate, morirete". Da questo gesto malvagio è venuto il male nell'uomo e nel mondo. Quindi il linguaggio simbolico non significa che quanto dice non sia reale, ma semplicemente che viene descritto in maniera immaginifica e allegorica che ne facilita la comprensione .
Spero di averti chiarito,ma non è facile in poche parole racchiudere un pensiero vasto e complesso, ma che è contenuto nella Rivelazione divina e nella Dottrina della Chiesa (Concilio di Trento). Cordialmente

Don Renzo

 

 

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