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SECONDA CONFERENZA DI DON RENZO LAVATORI:
LA PERSECUZIONE NEGLI ATTI DEGLI APOSTOLI
BASILICA DEL MARTIRIO DI S. PAOLO ALLE TRE FONTANE


“L’EVANGELIZZAZIONE: lo slancio missionario, l’annuncio di Cristo, l’azione dello Spirito Santo”.

Relatore Don Renzo Lavatori

La volta precedente abbiamo considerato il mistero della persecuzione descrittoe un po’ in tutti i capitoli del libro degli Atti degli Apostoli scritto da S.Luca, che è anche autore del Vangelo che porta il suo nome, in cui ha descritto la vita di Colui che è il Salvatore, mentre negli Atti ha narrato i primi tempi della vita della Chiesa, il Corpo mistico di Cristo. Quindi abbiamo una continuità e c’è una meravigliosa analogia tra quello che è stato il cammino di Cristo verso Gerusalemme, che proprio dietro la sua predicazione, la sua evangelizzazione e le opere che compiva nella potenza di Dio, ha suscitato un’opposizione acerrima fino ad arrivare al processo e alla condanna morte. Simile sorte è capitata ai suoi discepoli che compongono la sua comunità che chiamiamo Chiesa, guidata dai suoi apostoli .
La persecuzione non è il tema principale che Luca mette in evidenza negli Atti degli Apostoli, il tema principale è l’Evangelizzazione o la missionarità che gli apostoli svolgono subito dopo la Pentecoste: l’annuncio!
Oggi fermeremo la nostra attenzione piuttosto su questo secondo aspetto che è il contenuto centrale degli Atti: l’evangelizzazione, la diffusione del Vangelo che è l’anima di tutto il libro degli Atti e Luca ce ne ha voluto dare una precisa descrizione subito nei primi capitoli. Sono come delle pennellate, Luca era anche un pittore, perchè descrive in modo vivace e concreto sia la vita di Cristo sia la vita della Chiesa per dare un quadro di come vivevano i primi cristiani.

La prima comunità cristiana
42Erano assidui nell’ascoltare l’insegnamento degli apostoli e nell’unione fraterna, nella frazione del pane e nelle preghiere. L’insegnamento degli apostoli è dunque al primo posto all’interno della Chiesa e poi si apre all’esterno verso le persone che sono presenti in Gerusalemme: la comunione fraterna, sempre molto intima e profonda, e poi anche la frazione del pane che secondo molti esegeti ha il significato della celebrazione eucaristica.
43Un senso di timore era in tutti e prodigi e segni avvenivano per opera degli apostoli.
Timore perchè il Signore operava prodigi più di quelli che Egli stesso aveva operato nella sua vita terrena
44Tutti coloro che erano diventati credenti stavano insieme e tenevano ogni cosa in comune; 45chi aveva proprietà e sostanze le vendeva e ne faceva parte a tutti, secondo il bisogno di ciascuno. 46Ogni giorno tutti insieme frequentavano il tempio e spezzavano il pane a casa prendendo i pasti con letizia e semplicità di cuore, 47lodando Dio e godendo la simpatia di tutto il popolo. 48Intanto il Signore ogni giorno aggiungeva alla comunità quelli che erano salvati. At.2
Quindi crescono coloro che facevano parte della comunità. Ecco la diffusione del Vangelo e dunque le conversioni che proseguono. In questa descrizione vediamo come il primato dell’insegnamento, i prodigi che gli Apostoli compiono e contemporaneamente una chiesa che si rafforza vivendo insieme, prega, loda e ringrazia il Signore e poi cresce con l’aumento di coloro che partecipano alla stessa fede verso il Cristo. Qui ancora non si parla di persecuzione, si parla invece di questa diffusione del Vangelo in maniera quasi pacifica; infatti corrisponde alle parole che Gesù ha detto prima della Sua ascensione come è scritto negli Atti
voi e mi sarete testimoni a Gerusalemme, in tutta la Giudea e la Samaria e fino agli estremi confini della terra”. At 1,8
Quindi c’è questa immensa apertura dell’Evangelo verso tante persone che non fanno più parte dello stretto gruppo dei primi discepoli. Avevamo già visto che nel giorno di Pentecoste, Pietro a nome di tutti gli altri discepoli, proclama che quel Cristo che era stato crocefisso è risorto ed è vivo e dietro questo annuncio circa tremila uomini si sono sentiti trafiggere il cuore e sono entrati nella comunità.
Anche dopo la guarigione dello storpio Pietro fa questo discorso ai presenti: Uomini d’Israele, perché vi meravigliate di questo e continuate a fissarci come se per nostro potere e nostra pietà avessimo fatto camminare quest’uomo? 13 Il Dio di Abramo, di Isacco e di Giacobbe, il Dio dei nostri padri ha glorificato il suo servo Gesù, che voi avete consegnato e rinnegato di fronte a Pilato, mentre egli aveva deciso di liberarlo; 14voi invece avete rinnegato il Santo e il Giusto, avete chiesto che vi fosse graziato un assassino 15e avete ucciso l’autore della vita. Ma Dio l’ha risuscitato dai morti e di questo noi siamo testimoni. 16Proprio per la fede riposta in lui il nome di Gesù ha dato vigore a quest’uomo che voi vedete e conoscete; la fede in lui ha dato a quest’uomo la perfetta guarigione alla presenza di tutti voi. At 3,12-16
Dopo questa grande diffusione del Vangelo al capitolo n.4 vengono narrate le prime opposizioni e quindi le persecuzioni. C’è un paradosso: da una parte c’è l’impegno ricevuto dal Signore Gesù di diffondere il Vangelo e dall’altra parte nasce la persecuzione,che sembra ostacolare la diffusione del Vangelo e la diffusione del cristianesimo. C’è questo binomio che non sembra tanto una coincidenza, un caso che può accadere:evangelizzazione-annuncio del Vangelo-opere miracolose e reazione negativa è un binomio con la persecuzione che sembra essere costitutivamente elemento di contrasto della comunità cristiana. Quindi la persecuzione non è qualcosa che sopraggiunge dal di fuori per caso, rientra costitutivamente dentro la vita stessa della Chiesa. E’ una paradossalità perchè sono due realtà che si contrappongono: la diffusione del Vangelo e coloro invece che vogliono impedirla, ma attraverso la persecuzione l’evangelizzazione riesce ad oltrepassare i confini della città di Gerusalemme per diffondersi in tutta la Palestina, la Giudea e la Samaria e poi raggiungere le zone pagane e tutto il mondo allora conosciuto.

Saulo di Tarso, prima di divenire Paolo, dopo l’illuminazione sulle vie di Damasco era rimasto cieco, allora il Signore apparve ad Anania, capo della sinagoga di Damasco, e gli disse:
“Su, và sulla strada chiamata Diritta, e cerca nella casa di Giuda un tale che ha nome Saulo, di Tarso; ecco sta pregando, 12e ha visto in visione un uomo, di nome Anania, venire e imporgli le mani perché ricuperi la vista”. 13Rispose Anania: “Signore, riguardo a quest’uomo ho udito da molti tutto il male che ha fatto ai tuoi fedeli in Gerusalemme. 14Inoltre ha l’autorizzazione dai sommi sacerdoti di arrestare tutti quelli che invocano il tuo nome”. 15Ma il Signore disse: “Và, perché egli è per me uno strumento eletto per portare il mio nome dinanzi ai popoli, ai re e ai figli di Israele; 16e io gli mostrerò quanto dovrà soffrire per il mio nome”. At 9,11-16
Questo dipinge la realtà dell’evangelizzatore, che annuncia il Vangelo, in particolare quello che fu San Paolo, apostolo delle genti!.
Ciò che sorprende è il fatto che questi due elementi l’annuncio-diffusione del Vangelo e la persecuzione non sono sovrapposti come due realtà, una positiva e una negativa, nè sono separate in maniera così contingente, invece sono messe insieme come vitalità dell’anima della Chiesa. C’è una crescita interna e una crescita esterna, per cui appare dietro un divina regista che è il Signore Gesù, il quale nella potenza del suo spirito riesce a trasformare ciò che vorrebbe ostacolare la diffusione del suo Vangelo a uno strumento di diffusione.
Vi è dunque uno stretto collegamento tra annuncio del vangelo e persecuzione, tuttavia i due momenti non vanno messi sullo stesso piano né vanno confusi; essi hanno un ruolo specifico e distinto, sebbene si richiamano reciprocamente. La missione assume un valore primario, del tutto positivo e costituisce l’essenza e lo scopo del libro degli Atti, mentre la persecuzione indica l’aspetto negativo di contrasto e di repressione della diffusione del Vangelo, e se questo fosse possibile, dello stesso Vangelo e del rinnovamento che esso porta con sé.
Indirettamente, però, al di sopra della volontà e delle potenzialità umane, essa diventa: l’espansione e il radicamento del Vangelo, un momento di crescita e di rafforzamento per ottenere il medesimo fine per cui si attua la missione. Gli Atti degli Apostoli rivelano questo mistero perchè al di là della logica umana i persecutori così feroci non vogliono distruggere tanto gli apostoli e gli evangelizzatori, ma il nome che essi diffondevano, quindi sono contro Cristo.
La persecuzione perciò concorre alla diffusione del Vangelo e la favorisce persino e questo è ciò che ci mette sotto gli occhi il libro degli Atti.
La domanda che ci dovremmo porre e su cui dovremmo riflettere, perchè noi siamo la Chiesa di oggi, è: se questo binomio evangelizzazione e persecuzione costituiscono un insieme costitutivo essenziale della natura e della vita della Chiesa questo vale per i primi cristiani o per i cristiani di tutti i tempi e di tutti i luoghi?
Se costituiscono veramente la natura e la vita della Chiesa possiamo rispondere che valgono per tutti i tempi. Anche oggi con la nuova evangelizzazione non si può prescindere dalla persecuzione perchè un’evangelizzazione che volesse trovare solo ikl trionfalismo di un’accoglienza unanime, forte e soddisfacente, non sarebbe più corrispondente alla natura della Chiesa e di questo la Chiesa dovrebbe sentirne il senso, per cui ricordiamoci che se siamo autentici testimoni di Cristo crocifisso, morto e risorto non ci dobbiamo aspettare l’applauso. Oggi si dà molta importanza alle opere, agli strumenti umani che noi usiamo, ma quegli strumenti devono essere ricolmati da un contenuto sovraumano: quello di Cristo morto e risorto.

Vediamo adesso che cosa è successo al primo discepolo che è stato martirizzato: il diacono Stefano dal cap. 6:

L’arresto di Stefano
8Stefano intanto, pieno di grazia e di fortezza, faceva grandi prodigi e miracoli tra il popolo.
Sorsero allora alcuni della sinagoga detta dei “liberti”[1] comprendente anche i Cirenei, gli Alessandrini e altri della Cilicia e dell’Asia, a disputare con Stefano, 10ma non riuscivano a resistere alla sapienza ispirata con cui egli parlava. 11Perciò sobillarono alcuni
non potendo vincerlo con le parole cercavano di vincerlo con la forza e con la falsità spinti dal nemico che non è soltanto umano, ma anche diabolico
che dissero: “Lo abbiamo udito pronunziare espressioni blasfeme contro Mosè e contro Dio”. 12E così sollevarono il popolo, gli anziani e gli scribi, gli piombarono addosso, lo catturarono e lo trascinarono davanti al sinedrio. 13Presentarono quindi dei falsi testimoni[2],
che dissero: “Costui non cessa di proferire parole contro questo luogo sacro e contro la legge. 14Lo abbiamo udito dichiarare che Gesù il Nazareno distruggerà questo luogo e sovvertirà i costumi tramandatici da Mosè”.Lo mettono così in cattiva luce
15E tutti quelli che sedevano nel sinedrio, fissando gli occhi su di lui, videro il suo volto come quello di un angelo. At 6,8-15
cioè luminoso, perchè l’angelo è luce ’
1Gli disse allora il sommo sacerdote: “Queste cose stanno proprio così?”. 2Ed egli rispose: “Fratelli e padri, ascoltate: il Dio della gloria apparve al nostro padre Abramo quando era ancora in Mesopotamia, …
e fa tutta la storia che loro conoscevano bene, la storia degli antichi patriarchi fino al tempo di Cristo e poi conclude
51 O gente testarda e pagana nel cuore e nelle orecchie, voi sempre opponete resistenza allo Spirito Santo; come i vostri padri, così anche voi. 52Quale dei profeti i vostri padri non hanno perseguitato? Essi uccisero quelli che preannunciavano la venuta del Giusto, del quale voi ora siete divenuti traditori e uccisori; 53voi che avete ricevuto la legge per mano degli angeli e non l’avete osservata”.
54All’udire queste cose, fremevano in cuor loro e digrignavano i denti contro di lui. Ma Stefano, pieno di Spirito Santo, fissando gli occhi al cielo, vide la gloria di Dio e Gesù che stava alla sua destra 56e disse: “Ecco, io contemplo i cieli aperti e il Figlio dell’uomo che sta alla destra di Dio”. 57Proruppero allora in grida altissime turandosi gli orecchi; poi si scagliarono tutti insieme contro di lui, 58lo trascinarono fuori della città e si misero a lapidarlo[3]. E i testimoni deposero il loro mantello ai piedi di un giovane, chiamato Saulo. 59E così lapidavano Stefano mentre pregava e diceva: “Signore Gesù, accogli il mio spirito”. 60Poi piegò le ginocchia e gridò forte: “Signore, non imputar loro questo peccato”. Detto questo, morì.
C’è un particolare che riguarda questo giovane Saulo e al capitolo 8 si dice: Saulo era fra coloro che approvarono la sua uccisione e quindi era anche lui era accanito contro Stefano.
Da questo brano possiamo ricavare questi concetti fondamentali e si può sostenere che l’aspetto dell’annuncio del Cristo appare sempre evidente ed è il fulcro dell’evangelizzazione, ma è anche il fulcro della persecuzione. Il contenuto dell’evangelizzazione è Cristo ma lo è anche il motivo della persecuzione quindi i due motivi coincidono: Cristo morto e risorto, ma l’effetto è l’opposto perchè la persecuzione vuole la morte e l’evangelizzazione vuole la vita e la vita vince sulla morte, e questo lo abbiamo visto perchè dalla morte di Stefano avviene la conversione di Saulo che diventa Paolo. Certamente è Cristo che è intervenuto sulle vie di Damasco ma rimane sempre un mistero.

Ora vediamo al Capitolo 9 La vocazione di Saulo
1Saulo frattanto, dopo la morte di Stefano ed altri eventi, sempre fremente minaccia e strage contro i discepoli del Signore, si presentò al sommo sacerdote 2e gli chiese lettere per le sinagoghe di Damasco al fine di essere autorizzato a condurre in catene a Gerusalemme uomini e donne, seguaci della dottrina di Cristo, che avesse trovati. 3E avvenne che, mentre era in viaggio e stava per avvicinarsi a Damasco, all’improvviso lo avvolse una luce dal cielo 4e cadendo a terra udì una voce che gli diceva: “Saulo, Saulo, perché mi perseguiti?”.
5Rispose: “Chi sei, o Signore?”. E la voce: “Io sono Gesù, che tu perseguiti! 6Orsù, alzati ed entra nella città e ti sarà detto ciò che devi fare”.
Paolo perseguitava i seguaci di Gesù e non Gesù, qui perciò c’è l’identificazione mistica della Chiesa, perseguitare i seguaci di Cristo, i cristiani[4] è come perseguitare Lui.
7Gli uomini che facevano il cammino con lui si erano fermati ammutoliti, sentendo la voce ma non vedendo nessuno. 8Saulo si alzò da terra ma, aperti gli occhi, non vedeva nulla. Così, guidandolo per mano, lo condussero a Damasco, 9dove rimase tre giorni senza vedere e senza prendere né cibo né bevanda.
Paolo ha passato tre giorni di oscurità e di morte come Gesù
10Ora c’era a Damasco un discepolo di nome Anania e il Signore in una visione gli disse: “Anania!”. Rispose: “Eccomi, Signore!”. 11E il Signore a lui: “Su, và sulla strada chiamata Diritta, e cerca nella casa di Giuda un tale che ha nome Saulo, di Tarso; ecco sta pregando, 12e ha visto in visione un uomo, di nome Anania, venire e imporgli le mani perché ricuperi la vista”. 13Rispose Anania: “Signore, riguardo a quest’uomo ho udito da molti tutto il male che ha fatto ai tuoi fedeli in Gerusalemme. 14Inoltre ha l’autorizzazione dai sommi sacerdoti di arrestare tutti quelli che invocano il tuo nome”. 15Ma il Signore disse: “Và, perché egli è per me uno strumento eletto per portare il mio nome dinanzi ai popoli, ai re e ai figli di Israele; 16e io gli mostrerò quanto dovrà soffrire per il mio nome”. 17Allora Anania andò, entrò nella casa, gli impose le mani e disse: “Saulo, fratello mio, mi ha mandato a te il Signore Gesù, che ti è apparso sulla via per la quale venivi, perché tu riacquisti la vista e sia colmo di Spirito Santo”.
18E improvvisamente gli caddero dagli occhi come delle squame e ricuperò la vista; fu subito battezzato, 19poi prese cibo e le forze gli ritornarono.
Ecco la trasformazione da nemico diventa fratello, da Saulo diventa Paolo, da persecutore apostolo! E’ un capovolgimento straordinario umanamente impossibile, ma non per la potenza del Cristo risorto e dello Spirito Santo! Però quando inizia la sua missione di predicare il Vangelo per Paolo iniziano subito le persecuzioni e da persecutore diventa apostolo ma anche lui perseguitato.
Rimase alcuni giorni insieme ai discepoli che erano a Damasco, 20e subito nelle sinagoghe proclamava Gesù Figlio di Dio. Ecco l’evangelizzazione!
21E tutti quelli che lo ascoltavano si meravigliavano e dicevano: “Ma costui non è quel tale che a Gerusalemme infieriva contro quelli che invocano questo nome ed era venuto qua precisamente per condurli in catene dai sommi sacerdoti?”. 22Saulo frattanto si rinfrancava sempre più e confondeva i Giudei residenti a Damasco, dimostrando che Gesù è il Cristo. 23Trascorsero così parecchi giorni e i Giudei fecero un complotto per ucciderlo; ecco l’istinto della morte, della persecuzione che ha dietro il principe di questo mondo, satana, omicida fin dall’inizio, come dice Gesù, 24ma i loro piani vennero a conoscenza di Saulo.
Essi facevano la guardia anche alle porte della città di giorno e di notte per sopprimerlo; 25 ma i suoi discepoli di notte lo presero e lo fecero discendere dalle mura, calandolo in una cesta.
Arrivò dopo molte peripezie a Gerusalemme, e lì continua la sua evangelizzazione e la diffusione del vangelo tramite la predicazione!

Il centro dunque dell’annuncio cristiano è il Cristo, ma dopo la Pentecoste c’è un altro protagonista della missione e dell’evangelizzazione è lo Spirito Santo! Quindi Cristo è il contenuto dell’Evangelo, ma Colui che dà la forza di annunciare Cristo è lo Spirito Santo ed è sempre lo Spirito Santo che muove i cuori per accettare il Cristo annunciato.
Lo Spirito Santo perciò sta all’inizio e alla fine dell’Evangelizzazione perchè conduce alla fine le persone a Cristo. Perciò il Centro è Cristo, lo strumento attraverso il quale Cristo raggiunge gli uomini è la predicazione degli apostoli e le loro opere, ma il motore di tutto è lo Spirito Santo.
Paolo stesso lo conferma al cap.21. Paolo era già andato in diverse parti con i suoi compagni ed ecco il resoconto:
8Ripartiti il giorno seguente, giungemmo a Cesarèa; ed entrati nella casa dell’evangelista Filippo, che era uno dei Sette, sostammo presso di lui. 9Egli aveva quattro figlie nubili, che avevano il dono della profezia. 10Eravamo qui da alcuni giorni, quando giunse dalla Giudea un profeta di nome Agabo. 11Egli venne da noi e, presa la cintura di Paolo, si legò i piedi e le mani e disse: “Questo dice lo Spirito Santo: l’uomo a cui appartiene questa cintura sarà legato così dai Giudei a Gerusalemme e verrà quindi consegnato nelle mani dei pagani”.
Annuncia perciò la persecuzione ma anche la novità: il contatto con i pagani per cui il Vangelo si espande anche fuori dalla Giudea sempre attraverso la persecuzione.
12All’udir queste cose, noi e quelli del luogo pregammo Paolo di non andare più a Gerusalemme. 13Ma Paolo rispose: “Perché fate così, continuando a piangere e a spezzarmi il cuore? Io sono pronto non soltanto a esser legato, ma a morire a Gerusalemme per il nome del Signore Gesù”. 14E poiché non si lasciava persuadere, smettemmo di insistere dicendo: “Sia fatta la volontà del Signore!”.
Quindi anche coloro che davano consigli umani a Paolo si arresero alla volontà di Paolo e del Signore.
C’è anche la testimonianza di Paolo davanti a Giudei al cap. 20

17Da Milèto mandò a chiamare subito ad Efeso gli anziani della Chiesa. 18Quando essi giunsero disse loro: “Voi sapete come mi sono comportato con voi fin dal primo giorno in cui arrivai in Asia e per tutto questo tempo: 19ho servito il Signore con tutta umiltà, tra le lacrime e tra le prove che mi hanno procurato le insidie dei Giudei. 20Sapete come non mi sono mai sottratto a ciò che poteva essere utile, al fine di predicare a voi e di istruirvi in pubblico e nelle vostre case, 21scongiurando Giudei e Greci di convertirsi a Dio e di credere nel Signore nostro Gesù. 22Ed ecco ora, avvinto dallo Spirito, io vado a Gerusalemme senza sapere ciò che là mi accadrà. 23So soltanto che lo Spirito Santo in ogni città mi attesta che mi attendono catene e tribolazioni. 24Non ritengo tuttavia la mia vita meritevole di nulla, purché conduca a termine la mia corsa e il servizio che mi fu affidato dal Signore Gesù, di rendere testimonianza al messaggio della grazia di Dio.

Abbiamo così fatto queste considerazioni sull’evangelizzazione che è sempre accompagnata dalla persecuzione, ma è pure sostenuta dallo Spirito Santo ed ha come centro Cristo.
Dobbiamo ricordarci di queste cose:
- innanzitutto dobbiamo aver ferme nella mente che l’evangelizzazione è tale solo se annuncia Gesù Cristo. Ora il modo può essere discutibile, ma non devo mai perdere di vista il contenuto centrale: se io non ho dentro di me la certezza che solo Gesù salva le creature umane, tutto il resto che faccio non serve a niente; lo posso fare solo in vista di raggiungere quel momento in cui posso dire: guarda che è Gesù che ti salva, chiunque tu sei, questo è l’evangelizzatore
- non dobbiamo aspettarci il successo. Molti laici hanno organizzato tante cose: cenacoli, incontri poi se la loro predicazione non trova successo tornano a casa sconsolati depressi e demotivati. L’annuncio è un seme che si getta e non si sa chi lo raccoglie, noi non dobbiamo aspettarci nulla come soddisfazione e successo, ciò che conta è che la parola sia portata in modo efficace, non serve un gran numero di persone, bastano poche persone, l’importante è che la parola raggiunga il cuore delle persone in modo efficace
- è la certezza di sapere che non siamo noi che evangelizziamo, ma è lo Spirito Santo, perciò dobbiamo caricarci con la preghiera, la meditazione, l’adorazione, il silenzio.

Don Renzo Lavatori

 

NB. Chi volesse approfondire il tema si rimanda al libro: R. Lavatori – L. Sole, Persecuzione e chiesa negli atti degli atti degli apostoli, EDB, Bologna 2003.
 

 


[1] dei liberti: probabilmente sono i discendenti dei giudei, condotti a Roma da Pompeo nel 63 a.C., venduti come schiavi e in seguito liberati.

[2] Già al processo di Gesù, “falsi testimoni” lo hanno accusato d’aver detto di “distruggere” il tempio. Anche la finale del processo di Stefano (At 7,56-57) riecheggia il processo di Gesù (Mt 26,62-66). - Accuse relative alle osservanze mosaiche saranno rivolte anche contro Paolo (At 15,1, At 15,5, At 21,21, At 21,28, At 25,8, At 28,17).

[3] lapidarlo: invece di un regolare giudizio da parte del sinedrio si assiste a un linciaggio popolare. Forse è la realtà storica, che Luca avrà presentato come un processo regolare, per rendere la morte del primo martire simile a quella di Gesù. - i testimoni: sono i “falsi testimoni” descritti in At 6,13-14. Toccava ai testi d’accusa eseguire per primi la sentenza di condanna (Dt 17,7) .

[4] in Atti 11,26 c’è scritto: “...ad Antiochia per la prima volta i discepoli furono chiamati cristiani. Dal punto di vista del vocabolario storico-religioso, siamo intorno agli anni 39-40 d.C., Antiochia ha dunque dato al mondo un contributo che non ha il pari.

 

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