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CONOSCERE GESU' NELLA PROFONDITA' DEL SUO ANIMO
1. Nella sua infanzia
Come ogni uomo, Gesù viene al mondo inserito in una famiglia e in un paese.
Molto profondi sono gli influssi, a livello psicologico e spirituale, che
l’ambiente familiare e sociale lascia nell’individuo; è un fatto certo, oggi,
che molte abitudini o complessi che gli uomini portano con sé sono frutto
dell’educazione o del tessuto culturale che si respira fin dai primi anni della
vita; il mondo affettivo, l’ambito conoscitivo, le varie motivazioni
psicologiche e le capacità virtuali sono in strettissimo rapporto con il
contesto ambientale. Ciò condiziona l’individuo, anche se questi rimane
fondamentalmente libero. In particolare si mostrano molto forti i legami con i
propri genitori, non solo da un punto di vista fisiologico, ma anche a livello
caratteriale e sentimentale.
Gesù è figlio vero di Maria, di cui riproduce i lineamenti nel proprio corpo e
insieme ne sente l’influsso amorevole e teneramente affettuoso. E’ avvolto
dall’amore e dalle attenzioni materne, come ogni figlio. Maria gli comunica
anche i propri atteggiamenti religiosi, la sua fede, la sua totale dedizione a
Dio, la sua fedeltà alle pratiche religiose. Gesù respira tale clima spirituale
della propria famiglia fin dai primissimi tempi della sua esistenza terrena.
Egli è anche il figlio di Giuseppe e è riconosciuto dalla gente come il figlio
del carpentiere (Mt 15,55). Da Giuseppe ha appreso non solo le regole
professionali del lavoro, ma anche la sua bontà, la pazienza, la generosità, lo
spirito di sacrificio, la cortesia verso le persone. Il rapporto di puro amore e
di sincera comunione, che animava la famiglia di Nazareth, costituiva
l’atmosfera serena e fruttuosa che il piccolo Gesù respirava a pieni polmoni e
lo aiutava a crescere sotto tutti gli aspetti sia a livello umano sia nella
dimensione spirituale. Di fatto “il bambino cresceva e si fortificava, pieno di
sapienza, e la grazia di Dio era sopra di Lui” (Lc 2,40).
Gesù discendente di Davide
Nei Vangeli sinottici viene presentata la figliolanza davidica di Gesù, che ha
un significato particolarmente messianico in conformità alle profezie
veterotestamentarie, secondo le quali il Messia è atteso come figlio di David.
Tuttavia la discendenza davidica non va intesa soltanto in senso politico, ma
anche come indice della realtà storica e sociale di Gesù, del suo inserimento
nella concretezza di una razza, di una famiglia, con le proprie caratteristiche
e tradizioni. Gesù è il figlio della sua terra e della storia del popolo
ebraico, in particolare radicato nella stirpe di David. Porta nel suo corpo,
fatto di carne come il nostro (Rm 1,3; 9,5), e nella sua anima, i segni precisi
dell’umanità ebraica e come tale va capito e conosciuto. Non si può prescindere
dal fatto che egli è figlio di David, appartenente a una etnia che possiede una
ricchissima storia e molteplici vicissitudini, pieno di fede e di docilità alla
legge di Dio, con tradizioni religiose profondissime e incarnate nel cuore di
ognuno. Tutto questo Gesù porta in sé come bagaglio umano, con cui si
determinano alcuni tratti della sua personalità.
Tuttavia, se Gesù viene descritto secondo la discendenza terrena come figlio di
David, si afferma contemporaneamente la sua trascendenza rispetto al suo
antenato, nei confronti del quale si pone in netta superiorità, soprattutto per
il fatto che è Figlio di Dio e Signore (cf. Mc 12,35 par.). Ciò non toglie che
Gesù sia nato concretamente dal seme di David secondo la carne. Infatti viene
chiamato ripetutamente nei vangeli: Gesù, figlio di David (Mc 10,47-48; 11,9-10;
12,35-37; Mt 9,27; 12,23; 15,22; 21,15). Per sottolineare la situazione umana e
storica di Gesù, Matteo espone la genealogia, volendo mostrare l’effettiva
discendenza davidica (Mt 1,1-17). Nel vangelo dell’infanzia di Luca, Gesù viene
presentato come il Messia della casa di David (Lc 1,31-33 = annunciazione a
Maria; 1,69 = cantico di Zaccaria; 2,4 = nascita a Betlemme), sebbene la sua
nascita sia descritta mettendo in luce la provenienza divina in forza della
verginità di Maria e dell’azione potente dello Spirito Santo (Lc 1,35; Mt
1,18-25).
Gesù Figlio di Giuseppe e di Maria
Per capire più a fondo la situazione, Matteo spiega che la paternità umana di
Giuseppe va intesa solo in senso legale, mentre per Maria si deve parlare di
vera maternità, con ciò che naturalmente e spiritualmente implica. Tuttavia
ambedue esplicano la loro funzione educatrice e formativa. Ciò qualifica e
caratterizza l’esistenza di Gesù nei rapporti concreti con il padre e la madre,
poiché è il figlio di Giuseppe e di Maria. Come figlio egli si comporta e vive,
stabilendo un rapporto di affettività e di sottomissione ai genitori, crescendo
e maturando nella comunione con loro, nel condividere idee e progetti, nel
ritrovarsi insieme a pregare e ascoltare la Scrittura secondo la tradizione
ebraica. Tutto incideva nel suo cuore e nella sua mente, contribuendo alla
crescita e maturazione umana e sociale. Egli è vissuto come ogni fanciullo e
adolescente della sua età, inserito concretamente nella famiglia di Giuseppe e
di Maria, instaurando man mano i rapporti con gli altri parenti e cugini (i
fratelli), con gli amici, arricchendo le sue cognizioni ed emozioni.
D’altra parte Gesù manifesta che il suo intimo possiede qualche cosa di diverso;
pur essendo figlio di Giuseppe e di Maria, deve occuparsi delle cose del Padre
suo (Lc 2,49), di fronte al quale i legami familiari assumono un valore
subalterno.
La realtà di Gesù comporta l’identificazione di essere figlio di Maria e di
Giuseppe, contemporaneamente manifesta un rapporto superiore di unione con il
Padre. Le due dimensione filiali, quella umana e quella divina, non si
contraddicono, anzi coesistono in Cristo, armonizzandosi l’una con l’altra, in
modo da formare l’unità della sua persona, il senso ultimo della sua
individualità, quella di essere Figlio in modo unico e totale. Egli è Figlio di
Dio in un rapporto unico e profondissimo con il Padre celeste, ma anche Figlio
con diritti e doveri umani in riferimento ai suoi genitori. In lui coesistevano
questi due aspetti intimi, che davano al suo animo un profondo senso di fiducia
filiale sia verso Dio sia verso Maria e Giuseppe, manifestando una singolare
ricchezza di sensibilità e di spiritualità. Mistero insondabile del bambino Gesù!
Don Renzo Lavatori
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