Approfondimenti
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Riflessioni sul mistero del Natale
O meraviglioso scambio
Il Verbo stesso di Dio, colui che è prima del tempo, l’invisibile, l’incomprensibile, colui che è al di fuori della materia, il Principio che ha origine dal Principio, la Luce che nasce dalla Luce, la fonte della vita e della immortalità, l’espressione dell’archetipo divino, il sigillo che non conosce mutamenti, l’immagine invariata e autentica di Dio, colui che è termine del Padre e sua Parola, viene in aiuto alla sua propria immagine e si fa uomo per amore dell’uomo.
Assume un corpo per salvare il corpo, e per amore della mia anima accetta di unirsi ad un’anima dotata di umana intelligenza. Così purifica colui al quale si è fatto simile. Ecco perché è divenuto uomo in tutto come noi, tranne che nel peccato. Fu concepito dalla Vergine, già santificata dallo Spirito Santo nell’anima e nel corpo per l’onore del suo Figlio e la gloria della verginità.
Dio, in un certo senso, assumendo l’umanità, la completò quando riunì nella sua persona due realtà distanti fra loro, cioè la natura umana e la natura divina. Questa conferì la divinità e quella la ricevette.
Colui che dà ad altri la ricchezza si fa povero. Chiede in elemosina la mia natura umana perché io diventi ricco della sua natura divina. E colui che è la totalità si spoglia di sé fino all’annullamento. Si priva, infatti, anche se per breve tempo, della sua gloria, perché io partecipi della sua pienezza.
Oh sovrabbondante ricchezza della divina bontà!
Ma che cosa significa per noi questo grande mistero? Ecco: io ho ricevuto l’immagine di Dio, ma non l’ho saputa conservare intatta. Allora Egli assume la mia condizione umana per salvare me, fatto a sua immagine, e per dare a me, mortale, la sua immortalità.
Era certo conveniente che la natura umana fosse santificata mediante la natura umana assunta da Dio. Così egli con la sua forza vinse la potenza demoniaca, ci ridonò la libertà e ci ricondusse alla casa paterna per la mediazione del Figlio Suo. Fu Cristo che ci meritò questi beni e tutto operò per la gloria del Padre.
(San Gregorio Nazianzeno)
Maria, la Chiesa e la singola anima
Il Figlio di Dio è il primogenito tra molti fratelli; essendo unico per natura, mediante la grazia si è associato molti, perché siano uno solo con lui. Infatti “a quanti l’hanno accolto, ha dato potere di diventare figli di Dio” (Gv 1, 12). Divenuto perciò figlio dell’uomo ha fatto diventare figli di Dio molti. Se ne è dunque associati molti, lui che è unico nel suo amore e nel suo potere; ed essi pur essendo molti per generazione carnale, sono con lui uno solo per generazione divina.
Il Cristo è unico, perché il Capo e il Corpo formano un tutt’uno. Il Cristo è unico, perché è Figlio di un unico Dio in cielo e di una unica Madre in terra.
Si hanno insieme molti figli e un solo figlio. Come infatti capo è uno e le membra del suo corpo che è la Chiesa sono insieme un solo figlio e molti figli, così Maria e la Chiesa sono una sola e molte madri, una sola e molte vergini. Ambedue madri, ambedue vergini, ambedue concepiscono per opera dello Spirito Santo senza concupiscenza, ambedue danno al Padre figli senza peccato. Maria senza alcun peccato ha generato al Corpo il Capo, la Chiesa nella remissione di tutti i peccati ha partorito al Capo il Corpo.
Perciò giustamente nelle Scritture divinamente ispirate quello che è detto in generale della vergine madre Chiesa si intende singolarmente della vergine madre Maria, e quello che si dice in modo speciale della vergine madre Maria, va riferito in generale alla vergine madre Chiesa.
Anche la singola anima fedele può essere considerata come sposa del Verbo di Dio, madre, figlia e sorella di Cristo, vergine e feconda. Viene detto dunque in generale per la Chiesa, in modo speciale per Maria, in particolare anche per l’anima fedele, dalla stessa Sapienza di Dio che è il Verbo del Padre: fra tutti questi cercai un luogo di riposo e nella eredità del Signore mi stabilii (cf. Sir 24, 12). Eredità del Signore in modo universale è la Chiesa, in modo speciale Maria, in modo particolare ogni anima fedele. Nel tabernacolo del grembo di Maria Cristo dimorò nove mesi, nel tabernacolo della fede della Chiesa sino alla fine del mondo, nella conoscenza e nell’amore dell’anima fedele per l’eternità.
(Beato Isacco della Stella)
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Preghiera di Natale
Vieni Gesu’ !
traccia il nostro cammino su sentieri di sapienza.
Sei la parola di Dio incarnata
primogenito tra gli uomini,
mediatore di salvezza,
nella tua misericordia
trovi rifugio la nostra fragilità.
Tu, aurora del mondo,
incommensurabile grazia di Dio,
plasmaci col tuo verbo
consola la nostra debolezza
dona forza al dolore
infondi in noi la pienezza di vita.
Il calore del tuo amore
accenda nei nostri cuori l’eterna speranza.
Astro perenne di luce divina
rinasci ogni alba,
il tramonto
sia gioiosa attesa di un nuovo giorno
verso te e con te.
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