C O M M E N T I
Riflessione sui Messaggi di Medjugorje di Don Renzo Lavatori
Messaggi...
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Messaggio a Mirjana del 2 marzo 2019
“Cari figli, vi chiamo apostoli del mio amore. Vi mostro mio Figlio, che è la vera pace ed il vero amore. Come Madre, mediante la grazia divina, desidero guidarvi a lui. Figli miei, per questo vi invito ad osservare voi stessi partendo da mio Figlio, a guardare a lui col cuore ed a vedere col cuore dove siete voi e dove sta andando la vostra vita. Figli miei, vi invito a comprendere che vivete grazie a mio Figlio, mediante il suo amore e il suo sacrificio. Voi chiedete a mio Figlio di essere clemente con voi, ma io invito voi alla misericordia. Gli chiedete di essere buono con voi e di perdonarvi, ma da quanto tempo io prego voi, miei figli, di perdonare ed amare tutti gli uomini che incontrate! Quando capirete col cuore le mie parole, comprenderete e conoscerete il vero amore, e potrete essere apostoli di quell’amore, miei apostoli, miei cari figli. Vi ringrazio!”.
Commento teologico di Don Renzo Lavatori*
La tematica centrale è posta sull’azione materna di Maria: mostrare il Figlio suo, che costituisce il fulcro della fede e della vita cristiana: “Cari figli, vi chiamo apostoli del mio amore. Vi mostro mio Figlio, che è la vera pace ed il vero amore”. Ogni cristiano e seguace di Cristo, sua immagine e similitudine, suo discepolo e testimone, suo intimo amico, condividendo la medesima condizione di essere figlio di Dio, non per natura, ma per partecipazione e derivazione dalla filiazione divina di Gesù. Tra Gesù e il cristiano sussiste uno strettissimo rapporto di reciproca conoscenza e donazione, di un totale interscambio di idee, progetti, azioni, sentimenti, parole, atteggiamenti, gesti. In fondo si tratta di un vero raccordo interpersonale di amore risanante e rigenerante, portatore di ogni bene e fonte di impeto apostolico e zelo missionario. Il cristiano può essere considerato il prolungamento visibile di Cristo nel mondo, il suo strumento di diffusione del vangelo e di annuncio della vita nuova vissuta nella luce e nella grazia di Cristo. In altre parole il cristiano può essere detto “alter Christus”, cioè un altro Cristo, in forza propriamente del battesimo. Da qui lo stretto legame tra l’uno e l’altro, per cui il cristiano viene chiamato “apostolo” dell’amore verso di Cristo e, prima ancora, dell’amore di Cristo verso di noi; egli cioè non è altro che l’espressione concreta e tangibile della presenza di Gesù in mezzo alle creature umane.
Per questa ragione il compito di sua e nostra Madre è quello precisamente di stringere sempre più profondamente il legame tra noi, figli suoi, e il Figlio suo santissimo, per farcelo conoscere e soprattutto amare sopra ogni altra persona: “Come Madre, mediante la grazia divina, desidero guidarvi a Lui”. Da molto tempo Ella insiste, riproponendo questo itinerario per avvicinarci a Cristo, in modo da essere uniti a Lui, immersi nel suo amore e di riflesso essere suoi testimoni veraci e credibili, portatori della sua Parola di vita in un mondo in cui regna il disordine, la morte spirituale, il peccato, la cattiveria. Oggi esiste questa urgenza di portare Cristo tra gli uomini, altrimenti i tempi difficili e burrascosi ci portano verso l’abisso del male e della distruzione. Ovunque si diffonde ampiamente, in modo implicito o esplicito, più o meno velatamente, la tendenza anticristica, quale atteggiamento di opposizione e di bestemmia contro di Lui o anche di indifferenza totale o addirittura di aggressività violenta e sanguinaria. Non si tratta di esagerazioni o di pessimismo avvilente, quanto invece di vigilanza e attenzione per affrontare la situazione e saperla vedere e vivere nella luce radiosa di Gesù. Di fatto si vede bene come il mondo, sia a livello ideologico sia pratico, vuole estromettere e gettare fuori dalla società il Signore Gesù. Una situazione terrificante che non può essere sottaciuta o dimenticata e accantonata come irrilevante. Occorre usare le armi spirituali per trattenere l’assalto dell’anticristo e rifiutare decisamente e chiaramente la mentalità mondana e dissacrante. I richiami della Madre Celeste sono del tutto opportuni ed utili e non debbono essere sottovalutati.
A tale scopo Ella ci invita a renderci conto di quanto accade, avendo gli occhi aperti e l’animo forte e coraggioso per seguire le tracce salutari di Cristo. Fa notare con realismo che noi viviamo proprio per la grazia di suo Figlio e possiamo sopravvivere in forza del suo amore. Ci esorta a fare un serio esame di coscienza: “Figli miei, per questo vi invito ad osservare voi stessi partendo da mio Figlio, a guardare a Lui col cuore e a vedere col cuore dove siete voi e dove sta andando la vostra vita”. Le sue parole, pur intessute di amore materno, ci indicano chiaramente che non possiamo vivere e agire in modi e luoghi diversi da dove e da come insegna suo Figlio, creando una profonda dissociazione tra noi e Lui. Ciò sarebbe la nostra rovina totale, la perdita della vita e della salvezza. Dobbiamo riflettere su quanto Maria ci sprona in modo che non ci allontaniamo da Cristo e non ci disperdiamo dietro la menzogna e le tenebre del peccato e dell’errore.
Per combattere ed evitare tale pericolo la Vergine giustamente ci fa notare che soltanto con la grazia divina è possibile restare avvinti a Cristo, il quale ha dato la vita per ciascuno di noi nella morte in croce con il suo amore infinito: “Figli miei, vi invito a comprendere che vivete grazie a mio Figlio, mediante il suo amore e il suo sacrificio”.
Senza Gesù non possiamo fare nulla; Lui ci offre forza, luce, amore, amore, amore … Perché ce ne dimentichiamo e lo perdiamo di vista e in particolare lo allontaniamo dal nostro cuore? Purtroppo siamo ingrati, smemorati, chiusi alla riconoscenza e alla gratitudine verso di Lui, nostro amorevolissimo salvatore e redentore. Riconosciamolo sinceramente e umilmente, per essere nuovamente abbracciati dal suo Cuore sacratissimo.
Segue un forte rimprovero che Maria rivolge ai suoi figli e apostoli: “Voi chiedete a mio Figlio di essere clemente con voi, ma io invito voi alla misericordia. Gli chiedete di essere buono con voi e di perdonarvi, ma da quanto tempo io prego voi, miei figli, di perdonare e amare tutti gli uomini che incontrate”. Queste parole ci feriscono il cuore, perché fanno vedere la nostra infedeltà e incoerenza, ponendoci in discordanza verso suo Figlio, che ci perdona ogni volta delle nostre debolezze, ma noi invece serbiamo rancore e vendetta ai nostri fratelli che ci fanno dei torti. Noi ci comportiamo esattamente al contrario di come Lui si comporta. Il brutto è che ciò succede molto spesso e facilmente da parte nostra. Pertanto dobbiamo fare maggiore attenzione e comportarci da figli devoti, obbedienti e docili nei confronti di una Madre così benevola e paziente. Quanta miseria portiamo dentro di noi!
Veramente e concretamente occorre risvegliarci e renderci pronti ad amare con tutte le nostre forze il prossimo e ogni essere umano con cui abbiamo qualche rapporto familiare o sociale o interpersonale. Via da noi i contrasti, le invidie, i rancori, la durezza d’animo. Via da noi la legge del taglione, ma unicamente compassione, amore, quell’amore sincero, paziente e impegnativo, come ha fatto Cristo verso di noi. Altrimenti siamo degli incoscienti e diventiamo una contro testimonianza cristiana. Povero Gesù! Quanta ingratitudine e insensibilità da parte nostra.
Ne deriva una stimolante conclusione del messaggio, su cui bisogna riflettere e agire conseguentemente: “Quando capirete col cuore le mie parole, comprenderete e conoscerete il vero amore e potrete essere apostoli di quell’amore, miei apostoli, miei figli. Vi ringrazio”. La Vergine ci sospinge con tanta delicatezza e dolcezza, chiamandoci ripetutamente suoi figli e apostoli, a mettere in pratica seriamente le sue parole, in quanto se non le accogliamo e non le pratichiamo, noi siamo incapaci di trasmettere il suo amore e la sua generosità. L’apostolo convinto e laborioso è colui che, dopo aver ascoltato, meditato e assimilato i richiami insistenti e suadenti di Maria nostra Madre, può essere pronto e coraggioso per annunciare e testimoniare l’amore per Gesù suo Figlio e per noi tutti suoi figli in un abbraccio di sconfinata comunione.
O Maria dolcissima Madre, come sono toccanti e stimolanti le tue parole. Ma è anche vero che tu, da buona educatrice, ci fai capire la nostra inettitudine, ingratitudine e mancanza di compassione, non per scoraggiarci, ma per tenerci fuori dal fango e plasmarci quali tuoi apostoli sinceri e fedeli. L’impresa non è facile per la nostra durezza di cuore, eppure non ci abbandoni e con infinita pazienza ci vieni incontro amabilmente e fortemente. Riempici del tuo amore intenso e instancabile, con la fiducia che prima o poi ci lasciamo avvolgere dal tuo manto materno ed essere abbracciati come tuoi figli diletti. Fa’ che anche noi, nel nostro piccolo, a imitazione di Gesù tuo Figlio, possiamo crescere e maturare per una vita santa ed essere trasmettitori di verità e di amore nel mondo odierno così travagliato. Soprattutto accompagnaci nella vita di ogni giorno là dove viviamo, lavoriamo, soffriamo e gioiamo, nelle nostre case e famiglie, nelle parrocchie e associazioni, per gridare il vangelo a tutti gli uomini e portare loro la salvezza di Cristo, tuo dilettissimo Figlio e nostro amatissimo redentore, a cui sia gloria nei secoli. Amen
Messaggio a Marija del 25 febbraio 2019
“Cari figli, oggi vi invito alla vita nuova. Non importa quanti anni abbiate, aprite il vostro cuore a Gesù che vi trasformerà in questo tempo di grazia e voi, come la natura, nascerete alla vita nuova nell'amore di Dio e aprirete il vostro cuore al Cielo e alle cose celesti. Io sono ancora con voi perché Dio me lo ha permesso per amore verso di voi. Grazie per aver risposto alla mia chiamata".
Commento teologico di Don Renzo Lavatori*
Il messaggio inizia con un invito deciso e lapidario: “Cari figli! Oggi vi invito alla vita nuova”. Ma cosa s’intende per “vita nuova”? Essa sta in opposizione a “vita vecchia”. Per capirne il significato bisogna confrontare i due aspetti. La vita vecchia consiste nel vivere sotto la schiavitù del peccato e della morte, cioè una vita carnale, dedita ai desideri e progetti terreni, intrisa di materialismo e di egoismo, dispersa nelle molte cose fatue del mondo, ristretta entro l’orizzonte puramente umano e legato all’esistenza passeggera di questa terra, con gli occhi bendati, senza alcuna aspirazione o apertura alla vita futura dopo la morte, che oltrepassa i confini terreni e offre la gioia di una felicità e beatitudine eterne. Invece la vita nuova sta nel passaggio ad un modo di pensare e agire in conformità alla Parola e allo Spirito di Dio, che viene dal cielo e che si è rivelato in Cristo, il Verbo incarnato, e che ci ha condotto alla libertà dei figli di Dio. Ciò significa che, liberati dal peccato e dalla morte, rinvigoriti dalla grazia divina, siamo stati rigenerati, cioè rinati non più dal sangue e dalla carne umani, ma dalla divina potenza che ci ha introdotti ad una vita intessuta di valori spirituali, che donano una vera rinascita, effettuata in noi dallo Spirito Santo al momento del battesimo, riconfermata e rafforzata nella cresima e continuamente irrorata e santificata dal sacramento della confessione e in particolare accresciuta dalla santa eucaristia quale nutrimento del corpo e del sangue di Gesù.
Con la vita nuova dunque non siamo più schiavi della carne ma liberi e fiduciosi della potenza dello Spirito di Dio, che ha iniettato in noi un germe d’immortalità. Il cristiano non può più ripiombare e lasciarsi incatenare dalla vecchia vita mondana, ma deve impostare la propria esistenza nel suo insieme sotto il flusso benefico della dimensione spirituale, che lo rende libero figlio del Padre celeste e configurato a Cristo, quale sua immagine e similitudine, mentre viene santificato dallo Spirito Santo. Ciò non comporta il distacco dagli impegni concreti della vita quotidiana e dai problemi e difficoltà connessi, ma semplicemente e felicemente causa la forza e la luce di affrontare ogni realtà non più con le nostre deboli possibilità ma con la grazia divina che ci sorregge, ci accompagna e ci fa superare gli ostacoli con serenità e fiducia.
La Vergine ci fa comprendere come sia meravigliosa e fruttuosa la vita nuova in Cristo sotto la mozione dello Spirito Santo. Dice che essa non è limitata nel tempo e nello spazio e pertanto può essere intesa come un cammino costante attraverso le diverse tappe e situazioni della nostra esistenza terrena: “Non importa quanti anni abbiate, aprite il vostro cuore a Gesù che vi trasformerà in questo tempo di grazia”. Come si vede non è questione di età giovanile o anziana, ma di apertura interiore all’amore di Gesù, che entra dentro di noi con la potenza e la dolcezza del suo Spirito, per renderci creature sempre più pulite, sagge, mature, illuminate, aperte all’amore verso Dio e versi i fratelli. La Vergine parla di una trasformazione, in quanto il nostro essere viene trasfigurato con la grazia divina e acquista una eccelsa nobiltà perché diviene partecipe della medesima dignità di Cristo, il Figlio di Dio fatto uomo. Noi siamo diventati figli di Dio nel figlio Gesù. Quale mirabile trasformazione si attua in noi! L’importante è saperla accogliere, rendercene conto e corrispondere con la nostra disponibilità e apertura d’animo.
Per farci capire ancora meglio e in maniera più semplice, la Vergine porta l’esempio della natura, che a primavera rinasce e rifiorisce e nell’estate produce frutti copiosi: “Voi, come la natura, nascerete alla vita nuova nell’amore di Dio e aprirete il vostro cuore al Cielo e alle cose celesti”. La vita nuova è fatta di una continua metamorfosi, passando dalla sterilità e freddezza dell’inverno alla vitalità e fertilità della primavera ed estate. Non restiamo prigionieri delle tenebre e nella morte, ma lasciamoci colmare dalla luminosità e freschezza della vita nuova in Cristo. Non dobbiamo fare altro che renderci disponibili all’amore dolcissimo di Gesù e del Padre suo, che ci avvolge della sua grazia e potenza per superare ogni ostacolo e difficoltà nel cammino quotidiano, in cui siamo inseriti ed assorbiti ma non soggiogati. Egli soprattutto ci plasma soavemente ed efficacemente, come un divino scultore, attraverso l’opera dello Spirito Santo, affinché veniamo scolpiti in conformità alla sua bellezza e santità. In fondo a noi spetta di lasciar fare al divino Artefice per portare a termine la sua opera in ciascuno di noi, in modo da non ostacolarla o rallentarla o addirittura interromperla. Di fatto è facile essere riassorbiti dalla vecchia vita della carne e ritornare alla chiusura e durezza del cuore, mentre dobbiamo arricchirci costantemente del suo divino amore e di frutti abbondanti per il bene nostro e degli altri, per diffondere la fede e la gioia sulla faccia della terra così rattristata e dolente.
A modo ci conclusione, la Vergine Maria ribadisce l’utilità della sua presenza in mezzo a noi, suoi figli amati, in vista precisamente di risvegliarci e scuoterci dal nostro torpore spirituale per far entrare in noi la luce e il calore di suo Figlio, la sua Parola di verità e di vita: “Io sono ancora con voi perché Dio me lo ha permesso per amore verso di voi”. La cosa più interessante sta nel fatto che Ella continua a starci accanto per eseguire propriamente la volontà divina, cioè in obbedienza al Padre celeste. Dietro di Lei e con Lei e per mezzo di Lei è Dio stesso che intende ravvivare in noi il suo Spirito e vivere da veri, docili, amorevoli figli suoi. Colmi del suo amore, avvolti dal suo manto materno e sorretti dalle sue braccia, veniamo liberati e guariti dalla nostra cattiveria e sottratti alla schiavitù della vecchia vita mondana. Per questo non possiamo fare altro che ammirarla, ascoltarla, amarla ed essere obbedienti ai suoi materni e provvidi incoraggiamenti.
Grazie, Madre santa. Quello che ci sorprende è che tu non ti stanchi di venire in mezzo a noi e di ripeterci i tuoi suggerimenti molto preziosi. Ma noi che ne facciamo? Mi sembra di sentire le parole del tuo Figlio risorto ai discepoli di Emmaus. duri di cuore e tardi a credere. Noi siamo proprio come quei due discepoli. Aspettiamo i tuoi messaggi, li trascriviamo, li diffondiamo, ma poi che cosa ne facciamo di essi? Restano scritti là sul cellulare o sulla carta, ma non arrivano al nostro animo. Perdonaci, o Madre pietosa! Tu ci inviti a vivere oggi, cioè in questo preciso momento, la vita nuova. Ma noi rimandiamo, tardiamo, ci dissipiamo e restiamo prigionieri della vecchia misera vita di poveri errabondi afflitti e dolenti. Da oggi, cioè da questo momento, vogliamo riscuoterci e risanarci, liberarci dai nostri egoismi e lasciarci inondare dalla tua luce celeste, in cui ti mostri e ci attiri per essere fedeli discepoli e seguaci del tuo amatissimo Figlio Gesù. Ti promettiamo di farlo e tu donaci una mano per attuarlo, o clemente, o pia, o dolce Vergine Maria. Amen
* Don RENZO LAVATORI, laureato in teologia e filosofia, membro della Pontificia Accademia di Teologia, docente di Teologia Dogmatica presso la Pontificia Università Urbaniana e altre Università ecclesiastiche di Roma. Conosciuto per numerose pubblicazioni sui temi fondamentali della fede e per le sue trasmissioni mensili a Radio Maria.
Originale sul Blog “Messaggi di Medjugorje“ http://goo.gl/Qnwh5I
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